Diario del viaggio del 2009 in Madagascar – secondo gruppo

 Partecipanti: Colombi Angelo. Cortinovis Cinzia, Albanese Domenico, Tonin Cinzia, Carminati Andrea, Ginanni Corradini Giulia, Errante Giovanni, Mancini Domenico, De Paolis Mariella
 

30 agosto 2009

Finalmente il gran giorno è arrivato.

Dopo una preparazione estenuante di parecchi mesi è arrivato il momento della partenza, è come se fosse sempre la prima volta.

La partenza è sempre carica di emozioni, compagni di viaggio vecchi e nuovi, soliti problemi di bagaglio e ritardi aerei.

Quest’anno sull’aereo siamo in quattro, io, Cinzia, Andrea e Giulia, gli altri tre, Domenico, la moglie Cinzia e Giovanni ci hanno preceduto perché volevano visitare le Mauritius, l’appuntamento per tutti è questa sera all’aeroporto di Tanà.

Stiamo sorvolando il Kilimangiaro. Si è fatto buio ormai e c’è parecchia turbolenza. L’aereo è completo in ogni ordine di posti, ci sono parecchi bambini e fa freddo.

Un pensiero e un grazie a mia moglie che è rimasta a casa e che mi ha aiutato tantissimo in questi ultimi giorni di preparativi.

Arrivo a Tanà con 1 ora di ritardo, ritiro bagagli tutto OK.

Nirina puntuale con il suo pulmino, però manca Domenico, si sarà perso in aereoporto? Tutti a nanna all’Hotel IVATO.

Angelo

31 agosto 2009

31 agosto 2009, non mi sembra vero, dopo 2 anni sono ritornato a rivivere l’esperienza del Madagascar con i suoi paesaggi pittoreschi e i suoi cieli immensi.

La cosa più bella che in questi ultimi periodi mi sia potuta capitare.

Rivivere le stesse emozioni con alcuni ragazzi è la prima volta, Domenico, Cinzia e Andrea e non solo, nel mio breve soggiorno a Mauritius ho conosciuto dei meravigliosi ragazzi Romy e Mery che si sono fatti travolgere dalla nostra esperienza di questo mondo colorato e pieno di emozioni. Alle 17,00 circa ci siamo incontrati con i ragazzi del primo gruppo che ci hanno accolto a braccia aperte, raccontandoci la loro esperienza in positivo ed altri in negativo forse perché avevano visto la cruda realtà, che più delle volte viene nascosta perché ci fa comodo nascondere.

Una sola cosa vorrei dire a tutti: non ci facciamo travolgere dalle nostre grandi città e dalla nostra vita frenetica e dai sorrisi stampati ma apriamo il nostro cuore alle persone che più delle volte nel nostro vivere quotidiano non sanno cosa significa amare.

Prendiamo esempio dal popolo malgascio e dai loro sorrisi spontanei e dalle loro poche cose ma con un grande cuore.

Giovanni 

1 settembre 2009

Scrivo questo diario con estremo ritardo. Anch’io, come Cinzia, mia moglie, Giovanni, Andrea, Angelo e Cinzia Cortinovis, torno per la seconda volta in Madagascar. Ci torno a distanza di 2 anni. Particolari sono le sensazioni in questo viaggio.

E’ da giorni che mi chiedo perché questa volta, a differenza della prima, non riesco a provare emozioni. Sarò mica diventato arido nello spirito?

A ben pensarci mi rendo conto che diverso è l’approccio che ho in questo viaggio. Quando sono venuto le volte scorse ero vergine di Madagascar. Tutto era una novità, una scoperta, tutto in me suscitava curiosità irrazionale. Questa volta invece la curiosità è legata ad un qualcosa che già conosco, almeno in parte. E’ legata all’esperienza già vissuta tra agosto e settembre 2006. Ecco allora che andare in un villaggio suscita in me le curiosità del vedere cosa è cambiato rispetto alle volte scorse. Accende in me la lampadina del fare e non del guardare passivamente. Ecco allora che mi rendo conto dell’esistenza di sentimenti e sensazioni. La rabbia. La rabbia mia nel vedere che gli orologi qui non battono il tempo come gli orologi ai quali sono abituato. Mi chiedo anche, però, se per fortuna o per disgrazia. L’orgoglio. L’orgoglio di far parte di una Associazione come Unico Sole che tenta disperatamente di porre rimedio a questa tristissima situazione. La rassegnazione. La rassegnazione che mi immobilizza quando vedo realtà così difficili, e di nuovo la rabbia del non sapere da dove iniziare. La gioia. La gioia di sorriso dolce e innocente di un bambino che ti guarda con occhi trasparentemente curiosi. La tristezza. La tristezza che faccio mia di un prigioniero, forse innocente, che ha ancora la forza e la voglia di ringraziare Dio con una emozionantissima canzone intonata con i suoi compagni di sventura. La distensione dell’anima. Quella che ho quando, con i miei compagni di viaggio, attraverso distese infinite che mi fanno riflettere sulle bellezze del creato.

E poi, la gioia, la dolcezza, l’amore di avere Cinzia accanto. Di poter condividere ancora una volta con lei queste esperienze; crescendo insieme ed affrontando insieme le gioie ed i dolori della vita.

A ben vedere non è dunque vero che questo viaggio è privo di sentimenti ed emozioni.

Mi tocca scrivere queste pagine di diario per raccontare la giornata dell’inaugurazioen dell’acquedotto di Ivandrona.

Dopo una colazione abbondante, eccoci partire con il primo gruppo verso il villaggio di Ivandrona. Parto pensando ad alcune parole che Shanti ha usato nello scrivere le sue emozionanti pagine di diario: cambiamento, novità, rinascita.Mi auguro che l’acqua possa essere per gli abitanti del villaggio la novità che porta al cambiamento e alla rinascita degli abitanti stessi del villaggio. Arrivati ad Ivandrona, ecco apparire le scuole che già due anni fa avevo visto piene di bambini curiosi e sorpresi per l’arrivo di noi vasà. Oggi le aule sono vuote perché i bambini non sono a scuola. Gli stessi banchi sono ora trasformati in una grandissima tavolata piena di cibo appositamente preparato per noi. Intensa è la giornata: un matrimonio, un battesimo, l’inaugurazione dell’acquedotto. Dopo una cerimonia religiosa meno lunga di quanto noi tutti avevamo pronosticato, ecco l’inizio dei festeggiamenti per ‘inaugurazione del nuovo acquedotto.

Giochi antichi ripetuti da sorridenti e bravissimi bambini hanno introdotto i discorsi ufficiali di rappresentanti locali, politici, genitori, gente del posto. Mai potevo immaginare di ritrovarmi su un palco per assistere all’alzabandiera fatto da 2 militari malgasci presenti. Bello è stato condividere l’emozione di Gisel che ha teutonicamente controllato per tutta la giornata. Finiti i discorsi ufficiali, come al solito lunghi e ripetitivi, siamo andati a visitare il canale che 2 anni fa avevo lasciato in costruzione e forte è stata l’emozione nel vedere l’acqua scorrere sopra il riempimento di terra realizzato grazie al supporto finanziario dell’associazione e il duro lavoro degli abitanti del posto. Bello è stato incontrare lo sguardo di Andrea scambiandoci un silenzioso senso di soddisfazione per la realizzazione del canale.

Il buio ci ha sorpreso durante il viaggio di ritorno verso l’albergo di Ambositra dove c’erano già ad aspettarci un gruppo di donne pronte a venderci le loro bellissime sciarpe di seta chiedendo con discrezione e dignità qualche vestitino per il bambino che due di loro portavano in grembo.

Bella è stata la giornata anche se un po’ pesante.

Con un po’ di dispiacere, consumo la cena con il primo gruppo sapendo che il giorno seguente ci saremmo divisi. come al solito provo amarezza e tristezza per non avere la possibilità di condividere con ciascuno di loro queste pagine di storia in Madagascar del libro della vita.

Il vizio di scrivere tanto e parlare tanto è confermato anche in questa occasione!

Primo di chiudere questo diario, vorrei ringraziare di cuore Domenico e Mariella per aver riposto la loro fiducia nelle nostre mani quando, davanti ad una pizza e una birra sull’isola di Mauritius, hanno deciso di condividere con noi questa stupenda e particolare esperienza, donandoci parte del loro tempo che doveva essere dedicato al riposo, la loro amicizia e il loro cuore.

Un saluto a tutti e un bacio dolce a mia moglie.

Domenico

2 settembre 2009

Ambositra, quarto giorno della mia seconda volta in Madagascar.

Di buon’ora il secondo gruppo al completo con l’aggiunta di Gianni e Gisel, capitanati da Giangi, si reca in un villaggio a pochi chilometri da Ambositra che ha chiesto all’Associazione UnicoSole il supporto per la costruzione della scuola media.

Solite presentazioni e spiegazioni chilometriche che Giangi instancabile traduce e ritraduce, e poi di corsa all’albergo dove ci aspettano gli altri pronti per la partenza verso Tanà. Ultima foto di gruppo al completo e poi il via ai saluti.

Mi rincuora il pensiero che l’incontro tra i due gruppi sia stato così piacevole e proficuo. Alcuni di loro li avrei voluti volentieri compagni di viaggio, penso in particolar modo a Gianni, Shanti, Letizia e Tiziana.

Ed eccoci diretti verso Fianarantsoa, nel nostro pulmino-casa.

Ci fermiamo a pranzo in un fast food malgascio e lì benediciamo la caciotta di Angelo che ha salvato più di qualcuno dal digiuno completo.

Arriviamo alla casa e mentre gli uomini vanno a comprare i materassi per l’ospedale di Andaronamatso, io e Mariella e Giulia dividiamo i vestiti portati dall’Italia e prepariamo la cena.

Si va a nanna presto, domani si parte per Ioshy e Ranuira.

Cinzia

4 settembre

Ed eccomi qui, arrivata all’ultimo giorno di questa meravigliosa esperienza in Madagascar.

Un paese tanto incantevole quanto difficile, tanto colorato quanto buio nero come è la fame del suo popolo.

Oggi è stata una giornata veramente faticosa ma ne è valsa la pena, visitare quel posto incantevole che è il parco dell’Isalo. Una lunga passeggiata fiono alla piscina naturale e poi, un bagno nelle sue cristalline acque gelide, fatto da tutti i componenti del viaggio tranne me che ho dimenticato il costume in valigia! Peccato!

E poi di nuovo indietro lungo il percorso di 2 ore fino al nostro minibus che ci ha riportati alla casa. Una folle corsa alla ricerca di cose da mangiare e poi via a cucinare. In compagnia di un topolino che impaurito se ne stava lì in un angolo aspettando il momento giusto per rubare cibo dalla pattumiera.

E poi, dopo la cena, un massaggio dalla Cinzia che mi ha rimesso a nuovo, due chiacchiere con i miei fantastici compagni di viaggio e poi tutti a nanna. Ma prima di andare a letto mi metto a scrivere su questo diario di ricordi e di emozioni splendide, quelle che ho provato grazie alle persone che mi hanno accolta, quanto cuore ho sentito…

Mariella

5 settembre 2009

Stamattina i nostri due amici DOMENICO E Mariella sono partiti per Tanà per ritornare in Italia. Hanno condiviso con noi 5 giorni di vita in Madagascar; è stato un incontro da cui è scaturita un’amicizia che proseguirà nei prossimi mesi negli incontri dell’Associazione UnicoSole. Noi siamo andati a visitare la famiglia di Fenu a Andohdranomantso, siamo stati accolti festosamente, con musiche, balli, canti dei giovani, che hanno mostrato la loro abilità e il loro coraggio nel tentativo di cavalcare alcuni zebù. Ci è stato offerto del cibo preparato accuratamente per noi. E’ stata fatta la richiesta di una fontana nel villaggio che derivi l’acqua da una sorgente non molto lontana. Ci hanno ringraziato per gli aiuti che abbiamo dato loro, ci aspettano l’anno prossimo.

Siamo poi andati a portare due materassi, che ci erano stati richiesti, all’Ospedale. Ci hanno accolti un medico e un’ostetrica. Oltre ai parti, vengono lì curati i bambini. Le condizioni dell’ambiente sono molto precarie. Siamo andati a trovare anche la famiglia di Renè. Anche qui ci hanno accolto molto festosamente, offrendoci la merenda. Una visita alla gente dei piccoli villaggi mi ha fatto capire come sia importante per i malgasci l’accoglienza, l’aiuto che possono ricevere da noi e soprattutto noi riceviamo calore umano, amicizia, gioia di vivere.

Giulia

6 settembre 2009

Eccomi qui, a distanza di quattro anni a riscrivere una pagina di questo diario, eccomi di nuovo in Madagascar.

Proprio come allora tante emozioni, tanti contrasti che nascono dentro di me, porte chiuse si riaprono e barriere costruite in quattro anni che iniziano a crollare.

Proprio come il Madagascar con questa terra rossa meravigliosa, le nuvole che sembrano sfiorare le montagne, i mille sorrisi dei bambini incuriositi ma nello stesso tempo impauriti da noi vasà e l’estrema povertà e miseria che tutti i giorni ci si presenta davanti agli occhi.

Oggi nel 17mo anno di sacerdozio di Padre Maurice, non potevamo che essere nel suo villaggio natale per festeggiare con lui e con tutta la sua famiglia, questo importante giorno, iniziato con l’accoglienza da parte dei ragazzi, che ci hanno guidato per un tratto di strada in bicicletta, scalzi, ma orgogliosi di sventolare la loro bandiera a fianco della nostra. E’ poi proseguito con la S. Messa e i festeggiamenti con gli abitanti del villaggio. Pranzo e poi visita alla scuola, inaugurata poche settimane fa con il primo gruppo.

Una giornata intensa fatta da discorsi, per noi incomprensibili e troppo lunghi, ma anche risate e paura per gli zebù scappati dall’arena. Momenti ricchi di emozioni che questo popolo è pronto a donarci, accogliendoci nelle loro famiglie a braccia e cuore aperto.

Proprio come ieri ha ricordato Padre Maurice, durante l’omelia, il Signore è in croce a braccia e cuore aperto pronto ad accoglierci nel suo amore,sta solo a noi andargli incontro e lasciarci abbracciare.

Cinzia 

7 settembre 2009

Oggi in un certo senso è stata una giornata diversa.

Due anni fa sono venuto in Madagascar con l’Associazione che come scopo primario ha quello di aiutare nella scolarizzazione i giovani malgasci, ma non mi sembrava sufficiente.

Oggi, forse per una inaspettata disponibilità economica, ci siamo interessati alla realizzazione di un acquedotto e ad un progetto di autofinanziamento. Tutto ciò, visto che parlo poco, mi fa pensare molto.

E’ giusto aiutare per l’acquedotto: l’acqua è un bene primario e mi sembra che il modo di affrontare il problema, coinvolgendo la popolazione locale per la realizzazione, sia valido. Considero però più importante che la popolazione venga coinvolta nella gestione dell’acquedotto soprattutto a livello di responsabilità. Deve imparare la gestione delle cose di tutti ma anche noi italiani siamo un buon esempio. Ancora più difficile vedo la realizzazione di un progetto di autofinanziamento, ma non per questo non deve essere fatto: è necessario per crescere. Individuato il tipo di progetto (allevamento galline ovaiole) la difficoltà maggiore non è nella costruzione della struttura, con i mezzi a disposizione si può costruire dovunque; è la gestione che rischia di far fallire la buona e valida intenzione.

Nei prossimi giorni sicuramente avremo modo di parlarne e speriamo di chiarire molti dubbi.

Sono felice di essere tornato in Madagascar ed essere qui con mia moglie e con validi amici, ma mi dispiace per la realtà che mi circonda che suscita in me un senso di impotenza e rabbia.

Andrea

8 settembre 2009

Dopo aver pensato e ripensato sull’itinerario da scegliere per raggiungere il mare a Manakara, è arrivato il giorno della partenza. Sveglia di buon mattino (ore 5.00), il gruppo si divide, 5 con il treno, io, Andrea, Giovanni, Renè e suor Jaqueline, gli altri con il pullmino accompagnati da Jasa e Nirina.

Un fischio prolungato ci avvisa della partenza, siamo in perfetto orario, ore 7.00.

Il treno è composto da 6 carrozze: 4 per i passeggeri e 2 per le merci. I nostri timori svaniscono subito perché noi prendiamo posto su una carrozza di prima classe, senza porte e con vetri solo fino a metà altezza, però tutto sommato confortevole e con posti numerati. La carrozza è affollata prevalentemente da turisti francesi e le premesse per questo itinerario affascinante e a noi sconosciuto si avverano dopo pochi Km appena il treno incomincia a penetrare nella foresta pluviale che divide Fianarantsoa da Manakara, circa 200 Km. Vegetazione rigogliosa, cascate d’acqua che ad ogni curva appaiono e scompaiono in un attimo e poi ad ogni stazione, circa 20, una folla festante che circonda il treno cercando di vendere i prodotti della terra, frutta di ogni genere, piatti pronti di ogni tipo, collanine e altri souvenir fatti con svariati semi di foresta coloratissimi.

Noi ci limitiamo all’acquisto di banane di ogni tipo e grandezza e un po’ di collanine da portare in Italia.

La sosta nelle stazioni è molto lunga, è un continuo carico e scarico di merci, si sganciano vagoni vuoti e si agganciano quelli pieni,in prevalenza banane e manioca, ma non mancano maiali e verdure da vendere al mercato di Manakara. Si avvicina anche l’inizio dell’anno scolastico e ad ogni fermata c’è anche la distribuzione di quaderni e penne, però solo per i dipendenti della ferrovia.

Le ore passano e la stanchezza incomincia a farsi sentire, si guarda dal finestrino, senza sporgersi perché il varco tra la vegetazione è veramente ridotto alla larghezza del convoglio, però del mare ancora nessuna traccia.

Incomincia a farsi buio, si lasciano le montagne, il paesaggio si fa più dolce, non ci sono più bananeti ma alberi molto grandi di licis.

Sono le 18.00 e finalmente la stazione di Manakara, 11 ore di un viaggio unico e affascinante, abbiamo attraversato una delle ultime foreste del Madagascar, il ricordo di una moltitudine di bambini ad ogni stazione che ci accoglievano con i fiori in mano, ma con la tristezza negli occhi e il rimpianto di non aver potuto fare nulla per loro, che a piedi nudi in mezzo al fango ci facevano festa senza chiedere nulla in cambio.

Questo è un itinerario sicuramente da riproporre nelle prossime esperienze, sarebbe utile avere con sé penne e quaderni da dare a questi bambini.

Angelo

9 settembre 2009

Finalmente dopo un bel giro tra parenti e amici malgasci nei loro villaggi, oggi mi sveglio con il rumore delle onde del mare.

Vedere la spiaggia enorme, le onde che sbattono sugli scogli sembra di essere in paradiso. Per un attimo ti fa dimenticare la realtà che c’è fuori!!!

Ma dopo i pensieri mi ritornano e non mi do una spiegazione di tutto ciò,io mi auguro che  un giorno tutto ciò possa cambiare e che il popolo malgascio possa avere una vita degna di essere vissuta.

Ora vado a prendere un po’ di sole con i miei amici di viaggio, basta tristi pensieri, pensiamo positivo; se noi siamo qui un motivo c’è, non solo per prendere il sole ma anche per far capire loro che non sono soli e ci stiamo impegnando per cambiare le cose!

Volevo ringraziare i miei amici, Angelo, Giulia, Andrea, Domenico, Cinzia, Cinzia di avermi sopportato in questi giorni. E mi auguro che tutto ciò si possa ripetere nei prossimi anni.

Un grosso bacio a tutti voi.

Giovanni 

10 settembre 2009

Secondo e ultimo giorno a Manakara. Ci alziamo, facciamo colazione, programmiamo la giornata.

Ci rendiamo conto che alla fine c’è veramente poco da programmare.

Bagno, un po’ di spiaggia e sole, pranzo e lunghissimo e faticosissimo viaggio. Doveva dunque essere una banalissima giornata. Ecco invece che le sorprese non sono mancate. Incontriamo sulla spiaggia una copia francese. Presento un po’ noi, Unico Sole e il nostro progetto.

Dominique, così si chiama la donna francese, si dimostra subito interessata. Alla fine della chiacchierata ci diamo appuntamento alla casa di Fianarantsoa. Dopo dieci minuti di relax al sole vedo in acqua delle piroghe in mezzo a fortissime onde oceaniche. Capisco che lì vicino c’è un villaggio di pescatori. Io e Angelo ci avviciniamo verso il punto della spiaggia dove c’erano gli altri compagni di viaggio. Incontriamo dei pescatori che ci offrono delle aragoste ancora vive. Con Angelo decidiamo di acquistarle alla modica cifra di 10.000 ariary. Poco meno di 4 euro e abbiamo 5 aragoste che ci facciamo cuocere alla griglia dalla disponibilissima cuoca del ristorante.

Prima del pranzo e dopo l’accordo con la cuoca assistiamo ad un’altra sorpresa. Circa 8 piroghe, senza bilanciere, rientrano dopo un a lunga uscita. Pare siano stati in acqua dalle 3 di notte fino alle 11!!.

Grande è la nostra meraviglia e stupore nel vedere le piroghe rientrare faticosamente approfittando di un piccolo varco in mezzo alla barriera corallina. Durante il rientro uno dei pescatori fa una manovra errata, imbarca acqua e ribalta la piroga.

Ancora una volta abbiamo avuto modo di assistere alla grande solidarietà tipica del popolo malgascio: altri 3 pescatori con altrettante piroghe vanno in acqua, malgrado il mare mosso, per aiutare il gruppo di pescatori e soccorrere chi era caduto in acqua. In pochissimo tempo la spiaggia è diventata teatro.

Tutte le persone del posto, i pochissimi turisti presenti in quella spiaggia e noi siamo spettatori di questa operazione di salvataggio.

Alla fine tutto è andato bene. Ciò che mi ha colpito di più è stato vedere che tutti i pescatori, malgrado la stanchezza, siano rimasti in acqua ad attendere la piroga sfortunata. Grande festa quando tutti insieme sono usciti.

Dopo pranzo partiamo per Fianara. Viaggio molto stancante. La sera, arrivata a Fianara, ci rendiamo conto di essere rimasti senza pane. Corsa da Sofie. Chiuso. Con Suor Jacqueline facciamo di tutto per convincere la proprietaria-matrona ad aprirci. Operazione riuscita! Mentre chiediamo le cose che ci servono, sentiamo un “Salama monpera” mi giro e vedo Angelo. A fatica tratteniamo la risata io e Suor Jacqueline. Fuori vicino al minibus c’era la coppia francese ad attenderci, per fortuna declinano l’invito a cena fatto loro la mattina in spiaggia e ci danno appuntamento alle 9.00 del giorno successivo.

Cena e tutti a nanna.

11 settembre 2009

Ultimo giorno a Fianarantsoa, domani si parte per Tanà e domenica si torna in Italia.

Stamattina Padre Maurice è venuto a prendere alcuni di noi per andare a visionare un terreno che ha comperato da adibire all’allevamento delle galline ovaiole. Chi rimane si dedica alla pulizia della casa, seguendo il buon esempio del nostro Mastrolindo Giovanni che alle 5.30 del mattino, instancabile, rassetta, pulisce, disinfetta, lava pavimenti, sgrida bambine che scendono dalle scale bagnate…il tutto sotto gli occhi increduli e sgranati di alcuni ragazzi della casa che placidamente fanno colazione.

Sugo pronto, spaghetti già buttati e all’improvviso ecco l’arrivo di 7/8 ospiti inattesi.

Agitazione generale “basteranno gli spaghetti per tutti?” ma in realtà come nella parabola dei due pani e cinque pesci, quando si accoglie con il cuore l’altro il cibo non manca mai…e infatti esce dalla cucina Pocheretti con vassoi di verdure e pane.

Ancora una volta sono di fronte alla generosità di questo popolo che in silenzio si organizza e ci insegna il valore dell’ospitalità e dell’amicizia.

Amicizia nei nostri confronti coltivata al di là di tutto, al di là delle cose materiali. A noi lasciano i calcoli, quanto si guadagna, quanto si perde, loro hanno l’amore che è un bene così prezioso che nessuno dei nostri conti correnti può comperare.

L’emozione che ho provato abbracciando Nirina all’aeroporto e Hanitra ad Ambositra, la gioia dell’incontro con Padre Maurice,lo stupore davanti agli occhi di Rosafy nel villaggio di Ambatoiory che mi hanno riconosciuto e fatto festa, mi hanno confermato il motivo del mio ritorno dopo due anni in questa lontana e meravigliosa terra dolorosamente povera: l’incontro con degli amici.

E ancora una volta davanti a questo viaggio esperienza di vita dove unica precisa e puntuale con più di 46 Kg di bagaglio torno con 10 volte di più di quello che ho dato: la testa piena di pensieri che aiutano ad aprire nuovi orizzonti e il cuore colmo di emozioni raccolte in questi giorni. Volti, sorrisi che custodirò gelosamente dentro di me.

Veluma!

Cinzia

12 settembre 2009

Oggi è il giorno del trasferimento da Fianarantsoa alla capitale, 400 Km di strada, 11 ore di viaggio in pullmino con 2 soste: la prima ad Ambositra per comprare ancora qualche oggetto di artigianato e la seconda ad Antisirabè per il pranzo in ristorante.

Ho tutto il tempo per ripercorrere con il pensiero e con il cuore quest’esperienza, unica nella mia vita per la sua forza e la sua bellezza.

Il desiderio di compiere questo viaggio è scaturito in me da quando Andrea è tornato dal Madagascar nel 2007. Mi ha raccontato con entusiasmo la sua esperienza, ha realizzato con un lungo lavoro un CD attraverso cui ho conosciuto paesaggi, modi di vita, persone che ha incontrato. Ho conosciuto i suoi compagni di viaggio con cui abbiamo stretto rapporti di amicizia. Abbiamo avuto il piacere di ospitare Padre Maurice quando è venuto in Italia, a Milano, alla fine del 2007. Il Madagascar è entrato così poco a poco nella nostra vita familiare. Quando ho deciso di venire in Madagascar pensavo di sapere quello che mi aspettava ed avevo anche paure di affrontare certe situazioni di disagio o di incontrare realtà dolorose ed anche drammatiche. Il primo impatto con una realtà di povertà diffusa dappertutto e di degrado è stato duro. Ho visto però ricorrente nei comportamenti di molti malgasci che ho incontrato valori come la condivisione, l’accoglienza, l’amicizia, la dignità della persona anche nella povertà, la fede in Dio. I miei compagni di viaggio mi hanno dato la forza e l’aiuto per vivere serenamente questa esperienza.

Ringrazio Andrea, che è stato al mio fianco, come sempre presenza silenziosa ma attenta e rassicurante.

Giulia 

13 settembre 2009

Siamo arrivati al giorno della partenza, tra poche ore saliremo sull’aereo che da Tanà ci riporterà tutti a Parigi, per poi volare su Milano.

L’ultimo giorno trascorso in Madagascar è iniziato con la messa celebrata da Padre Pedro ad Akamasoa. Quattro anni fa era stato l’inizio del mio viaggio personale, oggi forse la chiusura?  L’inizio di uno nuovo. Una celebrazione che ho vissuto in solitudine e che ha lasciato spazio alle mie preghiere personali, ai miei pensieri, ma non è ancora arrivato dentro di me il momento della conclusione, delle considerazioni su questo viaggio, è come se ancora non riuscissi a sentire vicina l’ora della partenza, m soprattutto mi è strano pensare di dover salutare, abbracciare delle persone che sento far parte della mia vita, membri di una grande famiglia e non sapere se e quando potrò ritrovarli.

La giornata è passata velocemente, tra pranzo, breve incontro con dei proprietari terreni di Fianarantsoa, e mercato dell’artigianato per gli ultimi acquisti.

Mi sento di dover ringraziare tutti i miei compagni di viaggio, che ho imparato a conoscere  poco alla volta, giorno dopo giorno. Che tanto mi hanno fatto sentire me stessa, senza finti veli, ma che soprattutto hanno capito i miei bisogni, sia di solitudine, di ritiro in me stessa, sia di ridere e sdrammatizzare.

Grazie a questi amici dai quali non mi sono mai sentita giudicata per i miei gesti.

Grazie a questa terra meravigliosa e alla sua gente, dalla quale ho sempre tanto da imparare sulla loro forza di condivisione.

Grazie a tutti coloro che hanno reso possibile questo viaggio e che con il cuore aperto mi hanno accolto.

Ma soprattutto grazie a chi resterà al mio fianco, agli amici che mi accompagneranno nel cammino della vita.

Un bacio a tutti.

Cinzia

14 settembre 2009

A 1.400 km da Parigi, a poco meno di due ore dall’atterraggio mi ritrovo questo diario in mano accanto a Cinzia e Giovanni.

Abbiamo appena lasciato il cielo di Palermo ed eccomi dunque di nuovo a casa. Non tocca a me scrivere il diario di oggi. Mi scuso con i miei compagni di viaggio per questa intrusione. Ho paura di essere lungo come al mio solito.

Vado subito al sodo.

Ho preso questo diario in mano ed ho letto alcune pagine di queste esperienze di vita trascorse in Madagascar dal 30 agosto ad oggi 14 settembre. Forte è stata l’emozione del leggere la quantità di vita percepita da ognuno di noi.

Intensa è stata la mia partecipazione interiore ieri durante la Messa celebrata da Padre Pedro. La parola di Dio che usciva dalla sua bocca si trasformava istantaneamente in sale della vita e per la vita per tutte le persone presenti. Non posso spiegarmi diversamente tutto ciò che ho visto.

La partecipazione intensa e sentita di ognuno di noi. Il movimento delle mani, un movimento dolce, attento. Come se dovessero accogliere ed accarezzare Dio. I canti, forti, vivaci, sentiti, voluti, naturali. Le danze, i corpi che si muovono a ritmo di musica. Anche qui, un movimento naturalmente dolce. Sembrava di vedere quei corpi danzanti quasi cullati. L’attenzione, la partecipazione alla Messa. Una condivisione sentita, naturale. Un qualcosa che fa parte della vita, non un rito, una procedura da rispettare noiosamente e passivamente. 

Non so perché ma la partecipazione alla Messa di ieri a Akamasoa è stata per me molto più sentita ed emozionante rispetto alle volte scorse.

Cinzia nel suo racconto di ieri ha ringraziato i compagni di viaggio per averle permesso di sentirsi se stessa.

Ecco, ritengo che questa esperienza abbia dato ad ognuno di noi l possibilità di essere noi stessi, di vivere e condividere questa avventura. Anch’io dunque vorrei ringraziare tutti voi per l’amicizia donatami e per aver aperto insieme i nostri cuori. Auguro ad ognuno di noi un ritorno sereno alle nostre case con l’augurio ulteriore che questa esperienza possa validamente guidare ogni nostro agire quotidiano.

Un abbraccio forte ad ognuno di voi e un arrivederci presto.

Domenico

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