La gestione forestale in Madagascar. Il caso della Foresta di Vohidahy

http://wsimag.com/it/economia-e-politica/6431-il-caso-della-foresta-di-vohidahy

…un progetto in appoggio alle comunità locali…

Il Madagascar e la gestione delle risorse naturali
Il Madagascar è uno degli stati più poveri al mondo. Secondo l’indice di sviluppo umano (0,48) si piazza al 151° posto su 187 paesi totali con un Pil pro capite di 911 dollari a persona. Tre malgasci su quattro vivono in aree rurali e praticano un’agricoltura di sussistenza. La densità della popolazione è di 35,24 abitanti/kmq. L’indice di fecondità è di 5 bambini per donna, gravati da un tasso di morte infantile di 92 morti/1.000 nascite. La speranza di vita alla nascita è di 66,7 anni. Solo il 15% della popolazione ha accesso ai servizi sanitari e il 46% della popolazione ha accesso ad acqua potabile. Il Madagascar è anche un incredibile paradiso della biodiversità: ospita il 5% delle specie animali e vegetali del mondo, l’80% delle quali sono endemiche, ossia si trovano solo ed esclusivamente su quest’isola. Le formazioni forestali occupano una superficie totale di 13.260.000 Ha, corrispondenti al 22,6% del territorio nazionale, delle quali l’1,7 % sono aree protette. Ad Est si estende una foresta tropicale umida caratterizzata dalla presenza di piogge per circa 9-11 mesi all’anno. Ad Ovest la foresta è invece definita tropicale secca in quanto i mesi di pioggia sono in media 2-3 all’anno. A Sud Est la foresta lascia spazio a una macchia spinosa e al deserto, mentre sull’altipiano centrale si estendono steppe e praterie fortemente soggette a erosione, vastissime aree di foresta a cui però qualcuno guarda come una risorsa da sfruttare senza pietà.

La Sherritt International Corporation è una compagnia mineraria canadese, che prevede lo sradicamento di 1.700 ettari di foresta per la costruzione di una delle più grandi miniere di cobalto e nichel del pianeta, e sarà attiva dal 2013 per 27 anni. La Daewoo Logistic è un colosso coreano che vuole dare il via a un’operazione ancora più grande: prendere in concessione la metà delle terre coltivabili del Madagascar per coltivare mais e palma da olio per biocarburanti. Il tutto gratis. In cambio la Daewoo si impegna ad assumere i malgasci come contadini.

Le emergenze continue sono rappresentate dalle crisi climatiche e dall’instabilità politica. Nel 2008 e 2011 due cicloni hanno devastato il Paese rendendo necessari ulteriori aiuti umanitari e opere di ricostruzione, e nel marzo 2009 la crisi politica è sfociata nel colpo di stato che ha portato alla caduta del vecchio presidente Mark Ravalomanana e la salita al potere, alla testa del Governo di Transizione, del giovane Andry Rajoelina. Il 23 ottobre 2013, dopo 5 anni dal colpo di stato, si sono tenute le elezioni presidenziali: 33 candidati, i cui primi due arrivati sono i rappresentanti del vecchio presidente Ravalomanana e del Capo della Transizione Rajoelina. Il 19 dicembre ci sarà il secondo turno per il ballottaggio.

L’evento di maggior rilievo che riguarda la politica di gestione forestale risale al settembre del 2003 quando a Durban, in Sud Africa, il vecchio presidente Mark Ravalomanana, ha lanciato la sfida di portare la superficie delle aree protette da 1,7 milioni di ettari a 6 milioni di ettari nei successivi 5 anni, attraverso la creazione di un Sistema di Aree Protette del Madagascar (SAPM) e di nuovi parchi nazionali, coinvolgendo e responsabilizzando la popolazione locale nella gestione delle risorse naturali. Questa nuova strategia politica prende il nome di Trasferta di Gestione alle Comunità Locali (TdG). Tale politica forestale però non ha ancora dato i suoi frutti. I problemi che si nascondono dietro le TdG sono molteplici e la fanno per il momento risultare inefficiente per una buona gestione. L’insufficiente formazione per il trasferimento delle competenze e la mancanza di fondi per sostenere le Comunità di base sono tra i problemi principali. Inoltre, i disordini politici del 2009 e l’atmosfera d’instabilità politica che ne è derivata hanno indebolito ancor più un’autorità statale già inefficace in termini di applicazione della legislazione forestale e delle riforme legate a questo settore. Ne è risultata un’anarchia generale e un accesso incontrollato alle risorse naturali tra cui un’utilizzazione incontrollata della tecnica del taglia e brucia (tavy) e il prelievo illegale dei legni pregiati in tutte le foreste naturali del Paese.

Su tutti, il più eclatante è il traffico illegale del “bois de rose”, la cui utilizzazione ha visto un’esplosione nel 2009. I parchi nazionali della zona Nord Est del Paese (Marojejy, Masoala e la Riserva della Biosfera di Mananara) hanno constatato un accrescimento drammatico del numero di bracconieri e boscaioli entrati illegalmente per abbattere delle piante. All’incirca sono stati abbattuti 100.000 piedi di bois de rose (Dalbergia spp.) e di ebano (Diospyros spp.), di cui più di 60.000 piedi situati all’interno di aree protette, e stoccati su 1.187 container a destinazione quasi esclusivamente cinese, per un prezzo di vendita di 220 milioni di dollari. Dei 23 trafficanti, 13 sono stati deferiti davanti a un tribunale per delitti forestali e solo 2 sono stati condannati: nessun tronco esportato nel 2009 aveva la taglia minima richiesta dalla legge. Dal 17 marzo 2009 sono stati sospesi tutti gli aiuti e finanziamenti per lo sviluppo della politica ambientale del Madagascar e l’impatto sull’ambiente forestale è disastroso, si va da un impoverimento generalizzato della biodiversità fino ad arrivare alla scomparsa semplice e pura della foresta. Tutto questo dimostra che la classe dirigente non ha avuto come obiettivo sviluppare il Paese, ma accaparrarsi il potere e conservarlo favorendo le relazioni interpersonali e i giochi di clientelismo. La campagna di taglio del 2009 consacra il fallimento della “Visione Durban”, così come della volontà di tutelare al meglio le foreste protette.

Il caso della Foresta di Vohidahy
Il Comune di Vohidahy si trova nel Centro Est del Madagascar a 45 km da Ambositra. E’ raggiungibile in moto, ma non in macchina, e in questo ultimo caso si devono percorrere gli ultimi 20 chilometri a piedi per accedervi. Vohidahy è una valle circondata completamente da montagne su cui si estende la foresta, ed è completamente antropizzata dall’agricoltura e dalle altre attività umane. Circa 7.000 sono gli abitanti distribuiti in 8 villaggi e nei tanti piccoli gruppi di case isolati sparsi sui versanti delle montagne. Villaggetti caratteristici con case in legno e tetto in paglia, cascate, corsi d’acqua, piscine naturali fanno di Vohidahy una valle ecologica ancora poco esplorata e conosciuta dai turisti, un comune di 30 mila ettari di cui 16 mila sono occupati da una foresta che rappresenta un corridoio strategico di collegamento tra il Parco adiacente a Nord di Fandrina-Marolambo e il Parco Nazionale di Ranomafana a Sud.

Si distinguono due tipi di formazioni forestali: la Foresta “scremata”, considerata come intatta o primaria, che presenta segni di utilizzazione ed è una formazione costituita da tre strati ben distinti (superiore, medio e sotto-bosco), la cui rinnovazione naturale è estremamente ricca. La Foresta “degradata”, invece, ha subito in passato una o più utilizzazioni di diversa intensità, ed è costituita da tre strati distinti, di cui quello superiore è mal formato. La gestione forestale a Vohidahy è stata trasferita nel 2004 al VOI Taratra che gestisce 5.315 ettari a Ovest del fiume Mananjary, e nel 2006 è stata trasferita al VOI Ezaka che gestisce 8.000 ettari di foresta ad Est e a Nord del fiume Mananjary. I VOI sono autorità riconosciute dallo Stato a cui l’amministrazione forestale ha conferito la Trasferta di Gestione delle foreste a loro adiacenti. Sono entità rappresentate da membri eletti dalla comunità il cui operato è completamente gratuito.

Qual è il ruolo delle Comunità Locali, o VOI, nella gestione forestale? Innanzitutto devono controllare che la gente non tagli o non bruci la foresta naturale, secondo una pratica tradizionale considerata illegale dalla legge malgascia. In secondo luogo devono proteggere la biodiversità della foresta, dalle piante al legno pregiato, ai lemuri, agli altri piccoli mammiferi minacciati dalla caccia. I membri del VOI hanno il compito di gestire il territorio che è suddiviso in zone di diritto d’uso, in zone di conservazione e in zone di restaurazione, e hanno l’autorità di conferire o meno i permessi per i prelievi di legno in foresta oppure per tagliare e bruciare una parcella di coltura. Tutte le persone maggiorenni della Comunità possono diventare associati del VOI. Non è un obbligo, ma chi non è membro paga solitamente il doppio rispetto a chi è membro per utilizzare i prodotti forestali. Il VOI opera in stretta collaborazione con l’amministrazione comunale e l’amministrazione forestale.

Il progetto di TsiryParma in appoggio alle comunità locali
TsiryParmah è un’associazione di volontariato che opera per la tutela delle foreste in Madagascar. L’associazione, perseguendo esclusivamente finalità di solidarietà sociale, si prefigge di contribuire alla tutela ambientale promuovendo azioni a suo favore e una cultura di sviluppo sostenibile e duraturo sia in Italia che in Madagascar. Il progetto si occupa di appoggiare le Comunità Locali (VOI) nella gestione forestale e in attività agricole generatrici di reddito. L’equipe di lavoro in Madagascar è composta, oltre che da Nicola Gandolfi, da altri tre tecnici malgasci retribuiti dal progetto, il quale si attua su quattro campi d’azione.

“Innanzitutto è stato indispensabile conoscere l’ambiente forestale attraverso inventari forestali e studi di ricerca. Questo ci ha permesso” – racconta Nicola Gandolfi – “di descrivere le formazioni forestali e realizzare la parcellizzazione forestale in base alla classificazione di ogni singola parcella. Il secondo settore d’intervento, ed è forse il più importante, riguarda la formazione a livello sia di popolazione adulta che a livello scolastico. Questo implica visitare ogni singolo villaggio e ogni singolo agglomerato per informare l’intera popolazione sulle regole che riguardano il VOI e la legislazione forestale. La moltiplicazione di piantine in vivaio, i rimboschimenti e gli arricchimenti forestali rappresentano il terzo settore d’intervento per favorire la restaurazione dell’ambiente forestale degradato e del territorio. Infine le attività agricole generatrici di reddito e le azioni sociali, sono uno strumento per favorire lo sviluppo della zona e soprattutto per diminuire le pressioni della gente sull’ambiente forestale. A riguardo nel 2013 sono state costruite tre dighette per favorire l’irrigazione di nuovi terrazzamenti e tre scuole per portare l’istruzione, in zone ai bordi della foresta, dove prima non c’era”.

Genesi del progetto
“Nel 2005, al terzo anno di Scienze forestali” – racconta sempre Nicola Gandolfi – “ho organizzato la prima missione verso Vohidahy accompagnato dagli artigiani zafimaniry. La prima impressione quando sbocchi su uno dei versanti che danno sulla valle di Vohidahy è quella di essere ‘sbarcato’ in un luogo incontaminato, una valle in cui macchine e altri mezzi di comunicazione non sono ancora arrivati! Un’oasi che gli abitanti della valle definiscono la ‘cuvetta’ intendendola come luogo difficile da raggiungere ma anche da lasciare quando ci si finisce dentro”. Nel 2006/2007 è stata realizzata, dallo stesso Nicola, una ricerca sull’ecologia del palissandro (Dalbergia monticola) sempre supportato dall’ONG RTM, e contemporaneamente sono stati installati i primi vivai in appoggio ai villaggi locali per la moltiplicazione di specie autoctone di foresta. L’accesso dell’ONG RTM a ulteriori finanziamenti (Conservazione Internazionale del Madagascar prima e poi del MAAE italiano) ha permesso di ingrandire e rafforzare l’intervento a Vohidahy e di sviluppare al meglio le attività di sensibilizzazione, rimboschimenti e generatrici di reddito, in appoggio alle comunità locali responsabili della gestione forestale. A dicembre del 2012 il finanziamento MAAE è terminato e il progetto di Vohidahy era destinato ad arrestarsi, ma la nuova collaborazione tra l’ONG RTM e l’ONLUS Tsiry Parma ha dato la possibilità al progetto di sopravvivere per un anno ulteriore da luglio 2012 a giugno 2013. A partire dal mese di luglio 2013 il progetto di Vohidahy è passato interamente nelle mani di TsiryParma che al momento è il solo organismo che lo sostiene attraverso iniziative in Italia per la raccolta dei finanziamenti.

Per contribuire al progetto e per maggiori informazioni: www.forumsolidarieta.it/vetrina_natale_2013/vetrina_natale_tsiry.aspx

6 dicembre 2013

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La visita al carcere di Ihosy, luglio 2014

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Durante il viaggio del luglio scorso abbiamo visitato come di consueto i carcerati di Ihosy, portando loro riso, carne, capi di vestiario e stuoie nuove da stendere a terra per dormire.

Per prima cosa abbiamo incontrato il direttore del penitenziario che ci ha informato che al momento nel carcere c’erano 260 detenuti tra cui 8 donne e 8 minori, la gran parte dei quali in attesa del processo. Ad esempio, delle 8 donne solo una era stata già processata e stava scontando la pena.

 Lo Stato provvede solo al cibo, esclusivamente manioca, quindi il direttore ci ha preparato l’elenco delle cose necessarie: rubinetti nuovi, perchè quelli attuali sono rotti, non si chiudono e l’acqua scorre di continuo; insetticida per disinfettare le camerate che sono invase da cimici, pidocchi, zecche e altri insetti. Prima di dsc_0883.jpg - 3.81 Mbentrare nel cortile siamo passati all’infermeria, dove ci hanno raccontato che l’ultima fornitura di medicinali era stata consegnata il 13 dicembre e che la necessità principale era quella di disinfettanti intestinali anti dissenterici. Così abbiamo raccolto tutti i medicinali del tipo richiesto che avevamo con noi e glie li abbiamo consegnati.

I carcerati ci aspettavamo seduti nel cortile. Padre Giangi li ha rincuorati, abbiamo pregato e cantato.  Mentre consegnavamo un pallone nuovo, Padre Giangi ha chiesto loro se avevano seguitoi mondiali: non abbiamo nemmeno una radio! è stata la risposta.Anche stavolta, come l’anno scorso, hanno domandato del sapone per lavarsi e per fare il bucato.Un ragazzo che suona la chitarra ci ha dsc_0901.jpg - 84.00 Kbchiesto corde nuove per sostituire quelle spezzate.

Prima di distribuire quanto avevamo portato loro, ci hanno mostrato i brandelli di stuoie che avevamo portato lo scorso anno, lacere per la consunzione, e gli insetti che abitano sulle pareti delle camerate e la notte cadono dal soffitto sulle loro teste mentre dormono.dsc_0904.jpg - 75.44 Kb

Si sono poi messi in fila per ricevere una maglia o la camicia o il paio di jeans nuovi,  e il riso, che ognuno cucina per sè. La carne viene invece cucinata in comune ma alle donne, che hanno una cucina a parte dsc_0922.jpg - 89.64 Kbnella sezione loro riservata, ne è stata consegnata una parte.

I detenuti ci hanno poi fatto vedere come dormono, ammassati nei cameroni, uno vicino all’altro, senza la possibilità di muoversi. Per questo durante la notte il capo camerata ogni paio di ore batte le mani e tutti insieme si girano dall’altro lato.

Le camerate vengono chiuse tutti i giorni alle 17.30, al calare della sera, e vengono riaperte al mattino alle 7.30.

dsc_0953.jpg - 85.93 KbAbbiamo poi visitato la zona dsc_0950.jpg - 89.82 Kbcucina dove, nelle grosse pentole, stava cuocendo la manioca per il pranzo e per la cena, e abbiamo verificato lo stato dei rubinetti dei quali ci era stata chiesta la sostituzione.

Ci siamo congedati con la promessa di ripassare prima della partenza con quanto ci avevano chiesto e che potevamo trovare qui a Ihosy. Delle altre cose prendiamo nota per portarle dall’Italia, alla prossima occasione. 

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La visita al Liceo di Tsarasotra, luglio 2014

Durante il viaggio di luglio abbiamo visitato il Liceo di Tsarasotra, inaugurato lo scorso anno e abbiamo incontrato la comunità locale, tra cui i rappresentanti dei genitori e i 30 studenti dell’ultimo anno che si preparano a sostenere l’esame di maturità, il 18 agosto prossimo.

Abbiamo chiesto loro cosa desiderano fare nella vita: ecco le professioni da loro ambite.

  • ostetrica: 3
  • insegnante: 4
  • medico: 3
  • sacerdote: 2
  • suora: 1
  • contadino: 1
  • agronomo: 7
  • avvocato: 3
  • guida turistica: 1
  • ambasciatore: 1
  • ingegnere: 1
  • pilota: 1
  • ingegnere informatico: 1

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Discorso del Santo Padre Francesco ai Presuli della Conferenza Episcopale del Madagascar in visita ” ad limina apostolorum”

Venerdì, 28 marzo 2014

Cari Fratelli nell’Episcopato

È per me una gioia incontrarvi in occasione della vostra visita ad limina. Ringrazio Monsignor Désiré Tsarahazana, Presidente della vostra Conferenza episcopale, per le cordiali parole che mi ha rivolto a nome vostro. Per suo tramite porgo il mio più cordiale saluto ai sacerdoti, alle persone consacrate, ai catechisti e a tutti i fedeli laici delle vostre diocesi. Auspico che il vostro pellegrinaggio alle tombe degli Apostoli sia per voi e per le vostre Chiese locali l’occasione di un rinnovamento spirituale e missionario, e anche un segno della vostra comunione con il Successore di Pietro e la Chiesa universale.

Desidero innanzitutto rendere grazie con voi per la vitalità della Chiesa in Madagascar, e ringraziarvi per il vostro coraggioso e perseverante lavoro di evangelizzazione. Sapere che in questa opera, che realizzate in condizioni difficili, Dio ha sempre l’iniziativa, «ci permette di conservare la gioia in mezzo a un compito tanto esigente» (Evangelii Gaudium,n.12). Questa gioia ha la sua origine nell’incontro personale con Cristo e nell’accoglienza del suo messaggio di misericordia. È un’esigenza primaria per gli evangelizzatori che hanno la missione di favorire questo incontro del Signore con gli uomini e le donne presso i quali sono inviati.

Cari Fratelli, il vostro Paese da molti anni attraversa un periodo difficile e vive gravi difficoltà socio-economiche. Voi avete esortato tutta la società a riprendersi al fine di costruire un futuro nuovo. Non posso che incoraggiarvi a occupare tutto il vostro spazio in questo lavoro di ricostruzione, nel rispetto dei diritti e dei doveri di ognuno. È importante che manteniate relazioni costruttive con le Autorità del vostro Paese. Spetta a voi ricercare l’unità, la giustizia e la pace per servire meglio il vostro popolo, rifiutando qualsiasi coinvolgimento in dispute politiche a detrimento del bene comune. Che la vostra parola e i vostri atti manifestino sempre la vostra comunione profonda!

In questa prospettiva, desidero salutare l’impegno insostituibile delle vostre diocesi nelle opere sociali. Di fatto, c’è una connessione intima tra evangelizzazione e promozione umana. Questa si deve esprimere e sviluppare in tutta l’azione evangelizzatrice (cfr.Evangelii Gaudium, n.178). Vi incoraggio dunque a perseverare nell’attenzione che rivolgete ai poveri, sostenendo, materialmente e spiritualmente, tutti coloro che si dedicano ad essi, in particolare le Congregazioni religiose che ringrazio di tutto cuore per la loro abnegazione e per la testimonianza autentica che rendono all’amore di Cristo per tutti gli uomini. Vi invito anche a interpellare senza timore tutta la società malgascia, e in particolare i suoi responsabili, sulla questione della povertà, dovuta in gran parte alla corruzione e a una mancanza di attenzione per il bene comune.

Anche l’educazione è per voi un campo che richiede considerevoli sforzi; conosco tutto il bene che la scuola cattolica fa ai giovani e alle loro famiglie, attraverso la sua azione evangelizzatrice.

L’apporto intellettuale, culturale e morale che l’intera società malgascia ne riceve è considerevole.

Occorre quindi cercare di fare in modo che il maggior numero possibile di bambini, compresi quelli delle famiglie più modeste, possa essere scolarizzato, mentre, per difficoltà economiche, molti genitori non possono più permetterselo. Allo stesso modo, vi invito a operare affinché negli istituti pubblici possa essere garantita una presenza cristiana. Possano i cristiani impegnati nel mondo dell’educazione contribuire a formare ai valori evangelici e umani le giovani generazioni che saranno anche i dirigenti della società futura!

Nel vostro messaggio di chiusura dell’Anno della Fede, vi siete rammaricati per la perdita della vera fihavanana, quel modo di vivere proprio della vostra cultura, che favorisce l’armonia e la solidarietà tra Malgasci. I valori che il Creatore ha infuso nella vostra cultura devono continuare a essere trasmessi illuminandoli dall’interno attraverso il messaggio evangelico. Così la dignità della persona umana, la cultura della pace, del dialogo e della riconciliazione potranno ritrovare il loro posto nella società in vista di un futuro migliore.

Voi avete messo in atto, nelle vostre diocesi, un programma di formazione alla vita e all’amore, ambizioso e molto dinamico. Non posso che incoraggiarvi a perseverare su questa via, anche se ciò sembra andare contro corrente rispetto alla mentalità attuale. La preparazione al matrimonio deve, per quanto possibile, essere approfondita. Mentre numerose minacce pesano sulla famiglia, cellula vitale della società e della Chiesa, questa «ha bisogno di essere protetta e difesa, per poter rendere  alla società il servizio che essa si aspetta da lei, cioè quello di darle uomini e donne capaci di edificare un tessuto sociale di pace e di armonia» (Africae munus, n.43). Inoltre, le famiglie hanno più che mai bisogno di essere sostenute nel loro cammino di fede. Possano esse trovare perseveranza e forza nella preghiera, nell’ascolto della Sacra Scrittura e nei sacramenti!

Di fronte alle nuove sfide nel campo interreligioso, mi sembra urgente sviluppare, e persino a volte avviare, un dialogo lucido e costruttivo, al fine di mantenere la pace tra le comunità e di favorire il bene comune. Ma soprattutto, vi invito a non dubitare mai del dinamismo del Vangelo e neppure della sua capacità di convertire i cuori a Cristo risorto, e di condurre le persone lungo il cammino della salvezza che attendono nel più profondo di se stesse.

Pertanto è necessario che la fede, di cui i cristiani rendono testimonianza, sia vissuta nel quotidiano. La vita deve essere coerente con la fede affinché la testimonianza sia credibile; vi invito anche a suscitare nelle vostre comunità, a tutti i livelli, un lavoro di approfondimento della fede per viverla in modo sempre più vigoroso. Questo invito è diretto innanzitutto al clero e alle persone consacrate. Il sacerdozio e la vita consacrata non sono strumenti di ascesa sociale, ma un servizio a Dio e agli uomini. Un’attenzione particolare deve essere quindi rivolta al discernimento delle vocazioni sacerdotali e religiose, sia nelle diocesi sia nei diversi istituti di vita consacrata. La castità e l’obbedienza vanno considerate con grandissima stima, e spetta a voi ricordarlo costantemente; queste virtù devono essere presentate e vissute senza ambiguità dai formatori nei seminari e nei noviziati. Lo stesso vale per il rapporto con i beni temporali e la prudenza nella loro gestione. La contro testimonianza in tale ambito è particolarmente disastrosa per lo scandalo che provoca, soprattutto di fronte a una popolazione che vive nell’indigenza.

Voi avete anche il dovere di stare vicino e di rivolgere grande attenzione alla vita e alla situazione di ognuno dei vostri sacerdoti, le cui condizioni di vita sono talvolta molto dure, a causa della solitudine, della mancanza di mezzi, della vastità del compito, e che si trovano particolarmente esposti. Li assicuro della mia stima e del mio incoraggiamento nella loro missione, affinché siano pastori secondo il cuore di Dio, vicini ai fedeli e desiderosi di annunciare loro la Parola di vita. Cari Fratelli Vescovi, amate i vostri sacerdoti, aiutateli a vivere in unione intima con Cristo! La comunione tra voi e con il vostro presbyterium è fonte di gioia e di fecondità nell’annuncio del Vangelo.

Che il Signore continui a riversare su di voi le sue grazie di luce, di coraggio e di forza! Da parte mia vi esorto a vivere sempre nella speranza che ci viene dalla presenza del Risorto e vi ripeto il mio affetto fraterno. Affido ognuno di voi, come pure tutti i vostri diocesani, alla protezione e all’intercessione materna della Vergine Maria e vi imparto di tutto cuore la Benedizione apostolica.

*L’Osservatore Romano, ed. quotidiana, Anno CLIV, n.072, Sab. 29/03/2014

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Incontro del 10 agosto 2014

 Sono tornata dal viaggio in Madagascar, come sempre stanca ma soddisfatta per quello che abbiamo fatto, per le persone che abbiamo incontrato, per i progetti che abbiamo portato…
Prima di partire vi avevo scritto che domenica 10 avremmo potuto vederci da me per una cena semplice e una chiacchierata di informazioni sul viaggio. Padre Colombi rientra venerdì 8 e ci sarà anche lui anche con le novità dell’ultima settimana. Dovrebbe esserci anche Cinzia che arriva domenica pomeriggio dal Madagascar.
L’incontro è previsto per le 19.30 alla mia casa nel bosco, a Casazza, in Via Prati Cambia, loc. Colognola. Qualcuno c’è già stato.
Vi chiedo cortesemente di comunicare a me  (3284657549 o elide.longa@hotmail.it) o ad Angelo (3282120525)  la vostra partecipazione, per consentirmi di preparare in modo adeguato.
A presto e grazie
Elide

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