Impressioni del viaggio in Madagascar del 2013: il diario del gruppo

12 luglio 2013, venerdì , giorno 1 – il viaggio

partenza Milano-Linate 6.55

arrivo Parigi Charles de Gaulle 8.30

partenza per Antananarivo 10.45

Visita all’aeroporto nell’attesa dell’imbarco. Ci hanno raggiunto Valentina e Roberto (gli sposini) e li abbiamo accolti con uno striscione, osservati da tutto l’aeroporto.

Con qualche minuto di ritardo siamo finalmente partiti, (alle 12.15 anziché alle 10.45) per Antananarivo. per passare il tempo abbiamo visto film, giocato, ascoltato musica, anche lirica e mangiato la mini pasta.

Coperte e cuscini non bastavano a scaldarci, infatti a Francesca è venuta la febbre.

Arrivati a destinazione, l’aeroporto sembra un campo profughi: gente che gira per cercare i fogli per i visti, il caos totale.

Recuperati i bagagli andiamo verso un albergo della capitale. Mi aspettavo una capitale diversa, ha un odore strano, come di bruciato, gente in giro per strada anche dopo la mezzanotte.

Sistemate camere e valige andiamo finalmente a dormire dopo il lungo viaggio.

Marika e Veronica

13 luglio 2103 – secondo giorno

Sveglia alle 7, colazione alle 7.30 e poi è iniziata la nostra prima vera giornata in Madagascar. Abbiamo subito imparato ad assaporare la lentezza del tempo, la tranquillità nel gestire imprevisti (come bagagli scambiati, compagne di viaggio febbricitanti, poche ore di sonno).

Eppure è stata una giornata bellissima e intensa. Antananarivo dolce-amara, l’abbiamo scoperta così duttile sin dal mattino, quando siamo stati al mercato per comprare artigianato locale.

Immagini veloci e indelebili, bimbi a piedi nudi e sorridenti, artigiani, colori, borse, strumenti musicali, tele, baobab di tessuto, quadri, ovunque visi e colori.

Poi, il pranzo veloce in quello che in Italia sarebbe definito un “centro commerciale retro”, completamente vuoto. Non avevo mai visto un supermercato vuoto e poi, ti giri, d’improvviso scopri tre bimbi tutti spogliati e a piedi nudi giocare tra gli scaffali e poi scappare via…

La seconda parte della giornata è stata molto importante, per noi in particolare, ci ha spogliato di tutte le nostre banali insicurezze. Quella che abbiamo definito oasi felice di Padre Pedro, è un …..

Smetti improvvisamente di pensare ossessivamente alla piccolezza della tua vita e mille domande corrono veloci, mentre gli occhi rubano ogni cosa.

Non riesco semplicemente a descrivere quello che ho sentito…qualunque tentativo mi sembra riduttivo, per cui mi limiterò ad alcune immagini che sono incise nei miei occhi.

C’è un uomo che parla francese, che vive in Madagascar da moltissimo tempo, con la barba lunga e bianca e gli occhi azzurri seduto su una panchina circondato da moltissimi bambini mentre legge la Bibbia, quello stesso uomo, uomo di Dio, ha cambiato grazie alla sua associazione tenta di cambiare la mentalità di questo popolo bellissimo ma immobile, oppresso, povero, sfruttato.

Con lui ci sono scuole, cave, lavoro, una comunità che partecipa e condivide e costituisce la sua storia. Abbiamo visitato il cimitero che dà frutti…poiché nell’attesa della morte, si coltiva la terra. Abbiamo incontrato bambini spaccare le pietre per aiutare a casa, donne coraggiose, strutture per malati e disabili.

Tutto questo in un clima indescrivibile, poiché questo posto è troppo intenso per essere raccontato così.

La giornata si è conclusa con una cena di condivisione con moltissime persone, bellissime persone, con le quali ci siamo raccontati e scambiate le vite.

Valentina e Roberto

 

14 luglio 2013 – terzo giorno

Dopo una notte passata semi sveglia per colpa delle zanzare, sveglia alle 6.30, colazione alle 7. Caricato le valigie abbiamo dato a Valentina e Roberto il dono di nozze: una candela lavorata, preparata da Sonja, con scritto anche i nostri nomi.

Partenza per la Messa da Padre Pedro, siamo entrati nella palestra pienissima di gente, tantissimi bambini, tutti vestiti a festa. La S. Messa è stata molto coinvolgente, mi avevano sempre detto di queste Messe molto animate ma non vi avevo mai partecipato. Tutti cantavano. I momenti più belli sono stati la consegna del Vangelo, e poi il calice e le ostie consacrate avvenuti tra canti e balli suggestivi.

Anche i bambini con i colori della bandiera hanno cantato e ballato benissimo.

Una cosa che mi ha colpito è stata proprio la partecipazione attiva anche delle persone più anziane. Dopo la S. Messa abbiamo salutato Padre Pedro e siamo partiti per Ambositra.

Al terzo tentativo siamo riusciti a trovare un ristorante per pranzare. Nel frattempo ci siamo fermati a comprare frutta. Abbiamo provato dei lecchi buonissimi e delle patate (sonjo) un po’ meno invitanti ma Padre Giangi ha detto che erano squisite. Lungo la strada ci siamo fermati a salutare delle suore. Dopo un viaggio piuttosto lungo siamo finalmente arrivati all’albergo dove abbiamo cenato con il presidente dell’associazione malgascia.

La cena è stata ottima conclusa con una tisana alla citronella.

Il presidente Michel ci ha ringraziato della nostra presenza all’inaugurazione della scuola domani. Un’ultima riflessione: ovunque si vada le persone ti salutano sorridenti dandoti la mano, non come da noi.

Emilia

15 luglio 2013 – quarto giorno

Sveglia alle 7 con colazione alle 7.30. Oggi il risveglio non è stato poi così tragico, forse perchè ho dormito bene, stanotte.

Dopo la colazione siamo andati a fare una veloce visita al negozio di artigianato, un delizioso negozietto che vendeva orecchini, bracciali, borse che ha risvegliato in noi la parte femminile; l’oggetto che mi ha colpito di più era un camion fatto con materiali riciclati. Dopo una mezz’ora eravamo già partiti per andare all’inaugurazione della scuola. Sono rimasta sorpresa dal fatto che c’era molta gente, e dal fatto che siamo stati subito accolti da bambini, adulti e dalle autorità presenti. Per più di 2 ore si è tenuta l’inaugurazione preceduta dai discorsi di alcune autorità ma anche da balli e canti fino ad arrivare alla benedizione della struttura e al taglio del nastro. Subito dopo siamo stati invitati a mangiare in una delle 3 aule costruite che momentaneamente sono utilizzate come mense. Il pomeriggio l’abbiamo passato scattando foto, soprattutto ai bambini che ridevano ogni volta che gli mostravi le foto. Padre Giangi ci ha fatto vedere dove avevano cucinato il pranzo e dove stavano andando a mangiare i numerosissimi scolari, abbiamo scoperto anche il lavoro dei boscaioli e come fanno il carbone di legna. A metà pomeriggio dovevamo partire per visitare la diga e le fontane donate da UnicoSole, ma ci spiaceva lasciare la scuola perchè avevamo legato con un gruppetto di bambini. Alla diga abbiamo scoperto le risaie e il duro lavoro dei contadini, che ci hanno regalato una pesante borsa di riso per ringraziarci del lavoro fatto dell’associazione e per la nostra visita. Dopo siamo ritornati all’hotel e dopo una doccia calda e la cena si va a dormire, in modo tale da prepararci per l’avventura di domani.

Veronica

16 luglio 2013 – quinto giorno

La giornata di oggi è la giornata degli incontri. Ci siamo svegliati e alle finestre abbiamo visto l’alba che illuminava le risaie. Una colazione veloce e via di nuovo a vivere una intensa giornata malgascia. Dopo aver eseguito il controllo qualità di tutte le statuette del negozio di artigianato ci siamo diretti alla prima scuola da visitare. Lì c’erano tanti bambini ad aspettare ed abbiamo avuto la fortuna di conoscere le loro professoresse che con tanta dignità ci hanno raccontato la loro situazione e le numerose difficoltà che incontrano nelle relazioni con i genitori. Conclusa la visita con qualche foto di rito siamo ripartiti per andare nella casa natale del buon Michel.

Una casa immersa nel verde del Madagascar con una vista sulle perfette geometrie delle risaie. Ad accoglierci troviamo tanta bella gente sorridente e desiderosa di salutarci uno ad uno. Per il pranzo ci siamo ritrovati seduti su delle nuovissime e coloratissime stuoie insieme a persone che raramente si ha la fortuna di incontrare nella vita.

Abbiamo conosciuto, rinominato da  me il Saviano malgascio, un uomo di solidi valori morali che per la sua terra darebbe la vita, cercando con coraggio di svegliare le coscienze di un popolo oppresso. Concluso il pranzo e ringraziata tutta la delegazione dei genitori ci siamo spostati in un’altra scuola. Qui furbamente abbiamo marinato la riunione per giocare con tanti bambini che spuntavano da ogni dove.

Alla fine i più divertiti ma anche i più stanchi eravamo noi. Ritornati in albergo, ci siamo seduti per la cena e abbiamo conosciuto meglio Mamy in una bella cena tra tante risate.

Come dice il buon Michel: “del Madagascar lasciate qui le cose brutte e portate via le cose belle”. Io questa giornata me la porto via tutta, non voglio assolutamente dimenticare la bellezza con cui le persone pregano (che mi fa quasi invidia), la capacità di donarsi e di donare più di quello che hanno e la dignità con cui fanno tutto questo.

Roberto e Valentina

17 luglio 2013 – sesto giorno

Eccoci qui! Finalmente mi sono ripresa e la febbre è passata (speriamo!). Oggi è stato un giorno molto intenso. Sveglia ore 4 e colazione ore 4.30 e poi pronti via siamo partiti sul nostro pulmino per Fianara. Dopo un’abbondante colazione a base di baguette con miele e marmellata. Dopo pochi minuti dalla partenza avevamo già voglia di ritornare sotto le coperte, visto l’orario, il buio e il freddo. Ma tutto ciò era impossibile e dovevamo ripartire per una nuova avventura. Cercavamo di addormentarci ma la guida non molto “mora mora” di Haja e la strada non ben asfaltata non ce lo ha permesso.

Arrivati a Tsarafidy ci siamo divisi in 2 gruppi. Il primo è andato insieme a Giangi fino alla sorgente  e gli altri, tra cui io e Veronica, siamo andate con Michel a controllare i nove rubinetti delle fontane che sono state costruite nei villaggi vicini. La cosa che mi ha colpito maggiormente erano i bimbi e la gente del villaggio che non appena arrivavamo ci venivano incontro e ci osservavano, ci guardavano con occhi stupiti, forse per il colore della nostra pelle o forse dai troppi vestiti che noi avevamo. Appena scattavo foto alla fontana subito accorrevano per vedere come era venuta e si divertivano a mettersi in posa e a farsi scattare foto.

Dopo il controllo qualitativo dei rubinetti (ce n’erano due che perdevano) siamo tornate al pullman. Raggiunti gli altri abbiamo pranzato nel villaggio insieme al sindaco e ad altre persone e dopo una “breve” riunione di Giangi e Elide con i responsabili delle fontane siamo partiti a piedi per andare a visitare un’altra scuola. Dopo aver visitato le due aule funzionanti siamo rimasti fuori a giocare e scattare ancora foto con i bimbi che nel frattempo ci avevano raggiunto.

Ecco, quello che mi colpisce sempre di più ogni volta che vedo un bimbo di qui è che ti osserva ma non ti giudica, ti guarda  e quasi non osa dirti nulla. Ti guarda con questi occhioni neri e quei denti bianchi circondati da un sorriso infinito e unico che non sai mai come ripagare. Loro sono unici come è unica la loro dignità!

Alla fine siamo ripartiti siamo giunti fino qui a Fianara in questo bell’hotel che ci accompagnerà per un paio di notti.

Francesca

18 luglio 2013 – settimo giorno

Stamattina dopo una buona colazione andiamo da Padre Maurice che ci aspetta a Soanierama per farci vedere le attività.

Sono in ansia, giro con il blocco per gli appunti perchè per me che parlo tedesco la confusione delle lingue è il massimo: italiano, francese, malgascio!

Cercherò qualcuno del gruppo che mi aiuti.

Ci aspettano i ragazzi universitari che ospita nelle casette affittate, gli studenti delle scuole superiori e alcuni bimbi della casa famiglia.

Padre Maurice mi colpisce positivamente per la sua capacità di affrontare a situazione cercando di coinvolgere gli altri a fare delle cose utili. E’ bello vedere i ragazzi impegnati a utilizzare il loro tempo libero in attività che consentono loro di realizzare qualche soldo.

Mi piace molto la soluzione che hanno trovato per chiudere i sacchetti con le crocchette: con un lumino a petrolio e tanta pazienza! Il tecnico presente ci presenta i prodotti che preparano con l’olio essenziale di ravitsara che distillano a villaggio.

Andiamo poi alla casa famiglia a fare il bucato: tutti i componenti del gruppo con una vaschetta si impegnano a  lavare le proprie cose.

Dopo il pranzo ritorno con Padre Colombi alla casa famiglia per preparare gli oggetti da portare all’inaugurazione a Ihosy, Dopo le 16.30 partiamo finalmente per Ihosy: il viaggio è lungo e faticoso e l’albergo che ci ospita non è un gran che. Siamo però tanto stanchi che riusciamo comunque a dormire.

Sonja e Massimo

19 luglio 2013 – ottavo giorno

Oggi sveglia presto per l’inaugurazione del pollaio di Ihosy. Come da tradizione, c’è prima di tutto il sacrificio del bue a cui noi abbiamo partecipato, mantenendo un po’ le distanze. Successivamente c’è stata la Messa, ricca di canti ed emozioni sempre uniche qui in Madagascar.

Dopo il pranzo abbiamo visitato il carcere, una vera e propria prigione, diversa da quella italiana. Abbiamo distribuito maglie e pantaloni a quelli più bisognosi e loro si sono sentiti subito meglio, si vedeva una traccia di gioia nei loro occhi.

Una cosa di cui possiamo ritenerci davvero fortunati è che almeno noi a fine giornata, a differenza dei carcerati ma anche di molte persone qui, troviamo un letto caldo e accogliente e abbiamo la possibilità di farci una doccia calda.

Marika

 

20 luglio 2013 – nono giorno

“Dividere e condividere”

La prima settimana di viaggio si conclude oggi e inevitabilmente si apre la seconda settimana. Ho cercato una parola che racchiudesse il senso di questi giorni e ne sono spuntate due “dividere e condividere”. Credo siano il risultato delle sensazioni provate in queste ore…grazie alle innumerevoli esperienze vissute…tra tutte la capacità di condivisione e divisione di questo popolo che a noi manca anche come gruppo.

E allora la giornata di oggi, queste 48 ore, oltre che a permetterci di dormire comodamente, mangiare decentemente e passeggiare allegramente, in realtà ci hanno messo nella condizione di dividerci più intimamente gli spazi, il cibo, la stanchezza e di condividere le nostre vite. In realtà questo è ciò che più di tutto è mancato in questa settimana. Ci siamo frettolosamente immersi nella cultura malgascia prima di immergerci uno nella vita dell’altro. faticosamente oggi è stato fatto mentre si passeggiava, ascoltava la guida, si scattavano foto, si ammiravano i colori crudi di questa misteriosa isola.

Di oggi mi porto via delle belle risate, la chiacchierata con Emilia, l’unità di Massimo, l’intercalare di Francesca, la dolcezza di Sonja, le risate di Haja, la spensieratezza di Veronica, la gioiosità di Marika, la bellezza di cercare Dio nelle cose che viviamo di Roberto, l’allegria di Giangi sul pulmino.

PS: Pregare stretti, stretti in malgascio è potenza pura!!

Valentina e Roberto

 

21 luglio 2013 – decimo giorno

Questa mattina abbiamo terminato di dire le nostre impressioni sulla prima settimana. Per tutti i primi giorni sono stati pesanti. L’impatto con la realtà è stato forte più di quello che pensavo. Dopo colazione ci siamo trasferiti nella casa famiglia. Abbiamo partecipato alla S. Messa celebrata da Padre Gianluigi, Padre Maurice e Padre Jean Debré; i ragazzi delle case hanno animato la celebrazione con canti e balletti e anche noi vi abbiamo contribuito con due canti. alla fine i ragazzi di terza media e dell’ultimo anno delle superiore, che il mese prossimo sosterranno gli esami, sono stati benedetti dai tre padri con l’imposizione delle mani.

Dopo tutte queste benedizioni ho pensato saranno per forza tutti promossi.

A seguire c’è stato il pranzo tutti insieme e poi i ragazzi ci hanno intrattenuto con canti e balli simpatici e divertenti. Io e Veronica abbiamo finalmente conosciuto il ragazzo che da anni sosteniamo negli studi. Più che emozione ho provato tanta felicità anche se il sostegno va comunque a tutti i ragazzi. Abbiamo preso possesso delle nostre camere e alla sera con Sonja e Elide abbiamo preparato la cena. Io ho impastato il pane con il lievito madre perchè vogliamo insegnare a farlo anche a loro. Dopo cena abbiamo salutato i ragazzi che domani mattina partono per le vacanze con il canto degli scout. Un canto che mi ha emozionato perchè lo conosco da quando ero bambina ma era tanto tempo che non lo cantavo più. Abbiamo avuto poi una splendida sorpresa: i ragazzi ci hanno consegnato un regalo per ognuno di noi. Come sempre la loro generosità e la loro accoglienza mi lascia senza parole. Massimo ha regalato ai ragazzi un pallone che è stato molto gradito. C’ è stato un angolo adibito a salone acconciature dove a Francesca e Marika sono state fatte le famose treccine, Veronica è rimasta solo all’inizio dell’opera ma terminerà domani.

Ecco un altro giorno è passato e mi ha fatto scoprire ancora cose nuove e nuove emozioni.

Emilia

22 luglio 2013 – undicesimo giorno

Oggi gran giorno di pulizia; al mattino ci siamo dedicati a pulire la casa famiglia, chi puliva i bagni e chi sistemava un ripostiglio. Ancora una volta abbiamo trasformato un semplice mattino in un turbine di attività, tra risate, canti e chiacchiere che ci hanno portato a conoscerci di più. Pasta con tonno era il pranzo di oggi, uno squisito pasto sfornato dalle cuoche “mamme”. Subito dopo pranzo siamo partiti per una piantagione di tè, che ci ha portato a numerose conoscenze: dalla pianta di tè al buon tè che beviamo ogni giorno. Al ritorno piccoli problemi meccanici, non è bastato che si fermasse una prima volta la macchina anzi ben due, che la seconda ci ha pure preoccupati di più, visto che con una manovra sbagliata una gomma è finita in un canaletto in parte alla strada. Panico…Una folla si è subito avvicinata per aiutarci e mi sono stupita da quest’ultimo fatt,o ma ci sono rimasta male quando i nostri cosiddetti “supereroi” volevano i soldi; semplicemente non me l’aspettavo, ma tutto è bene quel che finisce bene!

PS: far controllare il pulmino ad Haja prima della grande partenza.

Veronica

 

23 luglio 2013 – dodicesimo giorno

Sveglia presto, colazione, taxi brousse trasformato in jeep, pioggia, strada asfaltata, zebù, tanti zebù, mercato, padre Maurice, il chimico, il fotografo, strada non più asfaltata, buche, tante buche, pietre preziose, la roulette, le banane fritte, le bandiere, l’alambicco, la pioggia fitta, i colori, tanti colori, le biciclette, qualche caduta, l’arrivo, le scuole malandate, un due tre stella, qualche raggio di sole, le trottole, le battaglie, il pranzo, il riso, il riso più buono del Madagascar, le passeggiate accerchiati, i doni, le preghiere, il ritorno, il buio, i musicisti, il rosario italo-malgascio, il pane di notte, due piatti di pasta e tonno, la citronella e poi la parte più bella della giornata, noi di fronte ai ragazzi, ci siamo ascoltati, ci siamo parlati, ci siamo guardati.

Si è creata confidenza, abbiamo pregato ma soprattutto abbiamo imparato. La chiave di questa giornata è tutta in una frase di un ragazzo della casa famiglia. “Se siamo uniti siamo come la roccia, se siamo divisi siamo come la sabbia”.

 

24 luglio 2013 – tredicesimo giorno

Come sempre la sveglia suona prestissimo e poi pronti via per un’altra giornata. Lungo il tragitto ci siamo fermati a vedere una fabbrica di mattoni, i cui dipendenti erano principalmente bimbi. Bimbi malgasci di tutte le età che trasportavano sulla testa chili e chili  di mattoni senza dir nulla. Questo è quello che da noi potremmo definire “sfruttamento minorile”. Dopo questa piccola sosta ci siamo fermati a vedere come lavorano e ricavano pietre da sassi enormi. C’era una donna incinta che non si faceva problemi a rimanere sotto il sole a spezzettare e ridurre in piccole parti i sassi. Infine siamo arrivati al villaggio natale di René. E’ stato il più bel villaggio che ho visitato, organizzato, ben tenuto, con un’accoglienza unica. Dopo aver benedetto la casa di René abbiamo pranzato tutti insieme in una stanza insieme ai più veterani del villaggio. Dopo la riunione ho potuto conoscere la mamma e il papà di Clovis, il bimbo che vorrei aiutare dall’Italia. Due persone molto umili che mi hanno augurato tanta felicità. E’ stato davvero molto emozionante.

Giunti al termine della giornata  ci siamo preparati a ripartire verso casa. Lungo il tragitto abbiamo avuto una breve sosta con due gendarmi malgasci, che dopo una serie di discussioni e incomprensioni ci hanno lasciato ripartire. Giunti sani e salvi a casa abbiamo cenato tutti insieme.

Francesca

25 luglio 2013 – quattordicesimo giorno

Oggi mi sono alzata un po’ più tardi, così da poter fare con più calma la doccia. Poi ho lavato i panni, ho messo l’acqua per il tè e con Massimo abbiamo preparato la tavola per la colazione. Malgrado ci fosse più tempo i ritmi sono sempre intensi. Alle 10 ci siamo incontrati con padre Maurice nella sua casa famiglia, vicino a noi. In questa casa, i giovani studenti, vivono e sperimentano quello che imparano a scuola.

Nel cortile infatti c’era un taxi brousse che i ragazzi cercavano di sistemare.

C’era l’orto curato, per richiamare le loro origini, le loro terre, i loro villaggi. Elide e Padre Maurice hanno parlato molto dell’organizzazione della casa e il Padre è stato puntuale nel condividere la documentazione dei ragazzi con il nostro presidente. Subito dopo, io ed Emilia, abbiamo preparato il pranzo. E successivamente c’è stato modo di occuparci  delle nostre cose mentre Massimo giocava con i ragazzi.

Emilia ha spiegato ai ragazzi come fare il pane, il dolce e la pizza. Dopo un po’ di riposo abbiamo preparato la cena. Prima di mangiare abbiamo condiviso la santa Messa con le Associazioni, il Presidente, Hanitra e tutti i ragazzi. La cena è stata importante perchè è stato un momento di scambio. Noi abbiamo cucinato pasta e dolci per loro (Veronica ha preparato deliziose meringhe per tutti!) e loro hanno cucinato riso, legumi e carne per noi.

Sonja

26 luglio 2013 – quindicesimo giorno

Sveglia presto per salutare Elide, grande punto di riferimento per tutto il gruppo, sempre disponibile e sempre presente.

Giornata ricca di imprevisti: cominciando con il ritardo della partenza di Elide, senza auto e senza autista per portarla all’aeroporto. Cambi di programma all’ultimo minuto.

Al pomeriggio giro al mercato: dei “Vasaha” immersi in un altro mondo, in un’altra cultura, in cui non si passa inosservati.

La serata si conclude con una chiacchierata con i ragazzi della casa, sempre disponibili ad ascoltare noi e noi loro.

Questo secondo me è il momento più bello della giornata, dove due culture e due realtà si mescolano, si confrontano, e condividono diversi aspetti, restando però su un’unica idea: siamo tutti essere umani.

Marika

27 luglio 2013, sedicesimo giorno

Primo giorno senza Elide. Oggi tocca a Valentina stare a letto, così fa compagnia a Massimo che si sta rimettendo in  forma. Oggi si prevede un programma intenso per i sopravvissuti. Prima tappa: negozio di materassi, poi un piccolo rifornimento di cibo e poi si parte per far visita a un acquedotto e poi una scuola media in un villaggio poco distante da qui. Siamo rimasti a bocca aperta nel sapere che di 16 fontane solo alle prime 4 arriva l’acqua. Insieme al sindaco non abbiamo fatto altro che metterci in azione e trasformarci in investigatori. La scoperta è stata amara, abbiamo visto 2 fontane con rubinetti rotti, da quelle fontane scorreva senza sosta l’acqua, cosa molto preziosa in tutto il mondo e sprecata qui, in un posto dove non capiscono il grande valore di questo elemento.

Con molto dispiacere abbiamo dovuto convocare una riunione per il pomeriggio. Finalmente  poi abbiamo raggiunto l’ultima tappa, una scuola media, accolti dai ragazzi di terza che devono fare l’esame, abbiamo partecipato alla riunione sull’andamento scolastico. Subito  dopo aver pranzato siamo ritornati indietro, in quel piccolo villaggio ricco d’acqua. Dopo un’ora circa di riunione con il sindaco, il manutentore delle fontane e il popolo, Padre Giangi ha deciso di chiudere l’acquedotto, armato di attrezzi e torce insieme a Roberto e a 3 uomini del villaggio sono partiti per l’acquedotto rientrando dopo il tramonto. La giornata è quasi finita, ritornati a casa ci siamo preparati per la grande festa con i ragazzi della casa famiglia, festeggiando così anche il compleanno del primogenito di Haja e Hanitra, in anticipo, visto che domani Haja parte con noi per Manakara. Dopo canti e risate, io e Marika ci avviamo per il nostro “farafara” (letto) perchè siamo stanche.

Veronica

28 luglio 2013 – diciassettesimo giorno

“Restiamo umani” è una delle affermazioni/citazioni che preferisco. Arrigoni, un noto reporter italiano, ucciso in Medioriente qualche mese fa, ne ha fatto un libro. Don Gallo ne ha fatto uno stile di vita. Ieri, faticosamente cercavo umanità tra di noi ma non l’ho trovata.

Dopo la partenza, la foresta, i lemuri, il viaggio, i paesaggi incredibili, diversi, sempre in trasformazione, le foto, le aspettative (troppo alte, a mio parere), ecco Manakara.

Polvere, sabbia, miseria, fatica, tanta fatica. Un albergo, un bungalow, le zanzare, l’acqua non funziona, il bagno è sporco, difficoltà ad adattarsi.

Il desiderio condiviso di andare via, che per un motivo chi per un altro, io….perchè continuo ad aspettarmi un po’ di umanità. Ceniamo bene, spendendo un euro a testa, basta la rete wi-fi per farci sentire “vivi”.

Prego molto prima di addormentarmi, cercando di scavalcare le superficiali difficoltà chiamate comodità. Prego affinchè sia capace di guardarci con occhi migliori, diversi.

Haja resta la nostra risorsa, spontaneo e vero come nessuno.

Sono felice di vedere il mare e respirarlo a pieni polmoni, questo sì che mi fa sentire a casa.

Valentina

29 luglio 2013 – diciottesimo giorno

La giornata inizia in un clima un po’ turbolento, l’hotel ci ha un po’ deluso soprattutto per l’igiene dei bagni. Mentre andiamo finalmente verso il mare cerchiamo di raggiungere un accordo sul da farsi. Mare, sabbia, vento, onde, sole, finalmente! ci sdraiamo e così torna il sereno ed anche la soluzione del problema: domani mattina ci trasferiamo nei bungalow qui sulla spiaggia.

Pranziamo in hotel e al pomeriggio intorno alla piscina recuperiamo il rapporto tra noi.

Una bella chiacchierata con Valentina, poi tutti insieme l’aperitivo, la cena. Abbiamo avuto modo di conoscerci meglio ognuno con le sue qualità e abitudini a volte contrapposte ma alla fine prevale l’unione.

Emilia

 

30 luglio 2013 – diciannovesimo giorno

Oggi ci siamo trasferiti vicino al mare, in graziosi bungalow per godere a pieno della spiaggia.

Qui c’è un ristorante a palafitta proprio sulla spiaggia. pranziamo qui, pesce appena pescato, un’idea sorpresa di Emilia. E’ tutto molto buono.

Abbiamo parlato liberamente rispetto a questo viaggio. Ci siamo scambiati confidenze sulle cose positive e su quelle negative.

E’ stata una giornata di riposo e calma. Abbiamo cenato nuovamente al ristorante palafitta sul mare e dopo ottime Ceres alle 21.00 siamo andati a dormire.

Sonja

31 luglio 2013 – ventesimo giorno

Giornata divisa tra mare e viaggio. Questa mattina ci siamo svegliati di fronte all’Oceano Indiano, dopo una ricca (in tutti i sensi) colazione abbiamo fatto una lunga passeggiata in riva al mare. Ci siamo gustati il sole per l’intera mattinata e verso mezzogiorno dopo aver fatto rifornimento di pane, acqua, cocco e banane siamo partiti. A Manakara ho mangiato il cocco più buono della mia vita.

Nel viaggio abbiamo attraversato tanti villaggi, ognuno con caratteristiche diverse, chi aveva piantagioni di banane, chi seccava il caffè sulla strada, chi vendeva il cor de sol.

Ma quelli di sicuro più originali sono stati quelli che vendevano delle borsette con dentro delle piccole aragoste insieme a viscide anguille.

La bellezza di questi giorni è nell’aver conosciuto meglio Haja e di esserci scambiati le nostre conoscenze, esperienze e le nostre culture.

Roberto

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