da Padre Giangi – lettera del 27 giugno 2011

Carissimi,
                   ieri era il 51 anniversario dell’indipendenza del Madagascar e vi invio questo articolo che è apparso oggi all’agenzia Misna che sottolinea la grave situazione sociale ed economica causata dal prolungarsi “sine qua non” della crisi politica. E’ un pressante invito ad un maggior impegno nell’infanzia ed a trovare mezzi per favorire le piccole entrate per il sostentamento del budget familiare.
Questa mattina abbiamo iniziato il Cre in Oratorio ed erano presenti 200 ragazzi dalla prima elementare alla terza media. Gli animatori sono una cinquantina quasi tutti della prima superiore che riceveranno la Cresima domenica prossima, ed hanno preso questo impegno come testimonianza di vita: è stupendo e si impegnano, l’atmosfera è piena di brio e gioiosa. Un affettuoso saluto a tutti e state sempre sereni e nella pace
                                                                                                               Giangi
 
ANNIVERSARIO INDIPENDENZA TRA CRISI IRRISOLTA E POVERTÀ
Altro Economia e politica
“Patriottismo e sviluppo” è stato il tema delle commemorazioni del 51° anniversario di indipendenza del Madagascar celebrato ieri con la tradizionale parata militare a Mahamasina, quartiere della capitale Antananarivo, che ha visto la partecipazione delle massime istituzioni e dei rappresentanti del corpo diplomatico nella grande isola africana dell’Oceano Indiano che ha raggiunto l’autonomia nel 1958 e l’indipendenza dalla Francia due anni dopo, il 26 giugno 1960.
Stamani i titoli di apertura della stampa malgascia sono per lo più critici sull’attuale situazione dell’isola, che in 51 anni ha visto susseguirsi nove presidenti, più colpi di stato e crisi politico-istituzionale come quella in corso da marzo 2009, quando il sindaco della
capitale Andry Rajoelina ha preso il potere, costringendo all’esilio l’allora presidente eletto Marc Ravalomanana. “La comunità internazionale è divisa” secondo il quotidiano in rete ‘Madagascar Tribune’ che sottolinea la folta presenza di ambasciatori all’evento, tra cui quello di Parigi, Jean Marc Chataigner, in segno di “solidarietà con il popolo malgascio” e per “accompagnarlo sulla strada dell’uscita di crisi” grazie alla ‘road map’ stilata dalla Comunità di sviluppo dei paesi dell’Africa australe (Sadc); erano invece assenti i rappresentanti delle Nazioni Unite, dell’Unione africana e dell’Unione europea. “Siamo ben lontani dal riconoscimento internazionale come  invece vuole far credere il potere” sottolinea la stessa fonte. Il mediatore della Sadc, il mozambicano Leonardo Simao, ha ribadito che l’ex presidente Ravalomanana deve poter rientrare in patria prima delle elezioni ma che non ci sarà alcuna modifica al testo dell’accordo né alcun rimpasto di governo. La ‘road map’ deve ancora essere firmata dalle tre principali correnti politiche del paese.
Intanto in concomitanza con le celebrazioni l’Onu si è detta preoccupata per l’aumento della povertà e del sottosviluppo generati dalla crisi: il 76% degli abitanti vive con meno di 1,25 dollari al giorno (contro il 68% nel 2005) mentre tra il 2008 e il 2009 la percentuale dei bambini che non frequentano la scuola è aumentata del 50%. Definendo la situazione del Madagascar uno “tsunami silenzioso” le Nazioni Unite riferiscono che ogni giorno 230 bambini muoiono di malattie legate alla sotto-alimentazione e che il 50,1% dei piccoli di meno di cinque anni sono colpiti da malnutrizione cronica. L’arrivo al potere di Rajoelina, considerato anticostituzionale da buona parte della comunità internazionale, è costato al paese la sospensione da numerose istituzioni e degli aiuti allo sviluppo.

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