I calendari

Il calendario vi tiene compagnia per un anno intero: fa conoscere il Madagascar, la sua gente, UnicoSole e quello che fa in Madagascar.  Chiedi e te ne inviamo una copia!

2023: Le ali del Madagascar. Il coraggio di sperare

2022: I volti del Madagascar

2021: I sorrisi della speranza

2020: Il cielo è di tutti. Tanti cieli, un UnicoSole

2019: Le mani del Madagascar

2018: L’infanzia e l’adolescenza in Madagascar

2017: Il viaggio in Madagascar

2016: La scuola in Madagascar

2015: Il Madagascar di UnicoSole

2014: Il lavoro in Madagascar

2013: La donna in Madagascar 

2011: I diritti dei bambini sono il nostro futuro  

2012: I nostri progetti in Madagascar  

2010 “Acqua. Sorgente di gioia, germogli di vita” 

2009 “Le distanze ci separano, ma i cuori ci uniscono” 

2008 “L’amore confini non ne ha” 

2007 “Condividere ciò che abbiamo vissuto”

2006 “Il sogno è speranza, progetto e realtà

Pedalata indoor per il Madagascar

Anche quest’anno, nel periodo che precede il Natale, come ormai succede da qualche stagione, un nutrito gruppo di fanatici del pedale si è ritrovato per una serata di sport, divertimento è generosità.

Con null’altro in premio che la promessa di una gran fatica e di un vasetto del piccantissimo peperoncino del Madagascar, la squadra si spesa per 100 minuti di sudore e divertimento a cavallo delle bike messe a disposizione da theGymGame di Zogno.

Tutta questa fatica ha permesso di raccogliere una cifra che ha superato ampiamente quelle raggiunte nelle edizioni precedenti di questa manifestazione.

Un sentito ringraziamento a tutti i partecipanti per la loro generosità.

Fabio e Pietro



Cena per raccolta fondi a Zogno

Ancora una volta la comunità Brembana ha dato dimostrazione della propria generosità. Sabato sera si è raccolta presso la Casa degli Alpini nel centro di Zogno per una cena a base di torte salate, casoncelli, gnocchi caserecci con sugo al peperoncino del Madagascar, brasato con polenta e un ricco vassoio di dolci. L’organizzazione è stata curata dai partecipanti del viaggio dell’ottobre dello scorso anno, con la preziosa collaborazione di alcuni nuovi simpatizzanti dei progetti di UnicoSole. Un grazie speciale a Filippo che con la sua chitarra ha contribuito a vivacizzare la serata, coinvolgendo i commensali in canti a squarciagola.

Alla fine della serata sono stati raccolti oltre 1000€.

 

Cena solidale sabato 21 gennaio 2017

Vi proponiamo un evento sabato 21 gennaio 2017, a Bergamo presso la ex chiesa Sant’Antonio, via P. Ruggeri, Valtesse.
Una serata in compagnia per raccogliere fondi per i progetti della nostra associazione, che vi invitiamo a condividere con i vostri amici.
Per consentirci di organizzare la nostra cena solidale è necessario prenotare entro domenica 15 gennaio prossimo chiamando Cinzia al numero 339 4931288

Viaggio di ottobre 2016

Qualche foto del viaggio di ottobre 2016. Un gruppo di otto bergamaschi capeggiati da Fabio Forcella,  diretto in Madagascar.
Partendo da Antananarivo, il gruppo si è spinto a sud sino al Parco dell’Isalo per poi ritornare in capitale. In totale di 1800 km! Ecco qualche scatto di questa bellissima e intensa esperienza.

da Padre Giangi, mail del 20 dicembre 2016

Carissimi tutti,

come state? Vi spero in ottima salute come lo è pure per me, ringraziando Dio.

Sabato e domenica sono stato a Fianarantsoa per incontrare il direttivo dell’associazione Rainay, gli educatori ed i ragazzi.

Sabato pomeriggio mi sono riunito con il direttivo e gli educatori della casa famiglia.

1) Grazie a Dio, i tre nuovi educatori, pur essendo giovani svolgono un buon lavoro e sanno armonizzare la grande famiglia.

2) Non si riscontrano particolari problemi a livello educativo. Dal punto di vista scolastico si è deciso che le due ragazze gemelle si iscriveranno al corso di taglio e cucito che inizia a gennaio. Sono entrate alla casa famiglia quest’anno (hanno 16 anni e sono in terza media, 4éme); hanno una media di voti molto bassa col grosso rischio di essere bocciate a fine anno scolastico.

3) Quest’anno essendoci molta siccità è scarsa l’acqua che arriva in tutta la città di Fianarantsoa proveniente dall’acquedotto pubblico e così pure è scarsa la corrente elettrica che arriva dalla centrale idroelettrica di Ranomafana.

4) Di conseguenza l’acqua dell’acquedotto non arriva in casa e l’acqua del pozzo è insufficiente: i ragazzi vanno a prendere l’acqua con i bidoni alla casa del presidente oppure fino alla chiesa dei Salesiani. Sabato sera è venuta una pioggerellina e la domenica mattina ho visto le ragazze che raccoglievano l’acqua piovana incanalata dalle grondaie nei due bacini di cemento vicino all’orto. Usano quest’acqua per fare il bucato.

5) Essendo insufficiente l’acqua i ragazzi non possono usare i gabinetti in casa e sono costretti ad andare in bagno dai vicini di casa oppure sono costretti ad andare agli angoli del cortile. Il direttivo con gli educatori ha deciso che è necessaria la costruzione di 4 gabinetti a fossa perduta nell’angolo del cortile della casa famiglia nella direzione dello stenditoio della biancheria. Al più presto il presidente dell’associazione Rainay vi invierà un capitolato ed il progetto di questi 4 gabinetti. Questi gabinetti saranno usati solo quando manca l’acqua in casa.

6) Per la mancanza di energia elettrica sopratutto alla sera si è deciso di acquistare 4 lampade ricaricabili, da usare nelle sale di studio e quando si mangia in refettorio. Inoltre per ogni camera si acquisterà una piccola luce ricaricabile.

7) Michel, il presidente dell’associazione Rainay ha partecipato al direttivo ma non si è fermato per la cena e così pure la domenica non è potuto venire perché ha avuto un attacco di asma cardiaca e sono stato a trovarlo in casa. Mi ha riferito che dagli ultimi esami il suo cuore ha una elasticità ridotta del 60%.

Inoltre questa mattina è deceduto suo cognato, fratello di sua moglie: i funerali saranno penso giovedì o venerdì al loro paese natale dove abitava il nonno di Hanitra ad Antokijamanga vicino al parco dell’Andrinkitra, dove alcuni di voi sono stati. Quando manca suo papà è Hanitra che lo sostituisce. Domenica hanno partecipato all’eucaristia ed al pranzo anche La signora Zoe e Bruno che sono stati educatori alla casa famiglia per 8 anni consecutivi.

Buonissima riunione per domani sera e a tutti voi i miei più bei auguri del Natale ormai vicino accompagnandovi con la mia preghiera.

Giangi

Zogno, le iniziative per UnicoSole

Lo scorso 26 dicembre a Poscante di Zogno con UnicoSole siamo stati ospiti del gruppo Solidarietà al femminile e del Cicloclub Poscante.
La serata ha visto la partecipazione di un centinaio di persone attente, interessate e desiderose di conoscere il Madagascar e le attività della nostra associazione. Con le offerte e la vendita di prodotti di artigianato, calendari e libri abbiamo raccolto 340€ a cui vanno aggiunti 200€ donati dal Cicloclub Poscante, per un totale di 540€.


Lo stesso gruppo Solidarietà al femminile organizza una bancarella il cui ricavato sarà devoluto a diverse associazioni, fra cui UnicoSole. L’appuntamento è quindi per il 5 e 6 gennaio dalle 9.30 alle 12.00 e dalle 14.30 alle 18.00 nel salone a piano terra dell’asilo.
Ringraziamo di cuore il Cicloclub Poscante e il gruppo Solidarietà femminile per la fiducia e l’impegno che ci dedicano!

La gestione forestale in Madagascar. Il caso della Foresta di Vohidahy

http://wsimag.com/it/economia-e-politica/6431-il-caso-della-foresta-di-vohidahy

…un progetto in appoggio alle comunità locali…

Il Madagascar e la gestione delle risorse naturali
Il Madagascar è uno degli stati più poveri al mondo. Secondo l’indice di sviluppo umano (0,48) si piazza al 151° posto su 187 paesi totali con un Pil pro capite di 911 dollari a persona. Tre malgasci su quattro vivono in aree rurali e praticano un’agricoltura di sussistenza. La densità della popolazione è di 35,24 abitanti/kmq. L’indice di fecondità è di 5 bambini per donna, gravati da un tasso di morte infantile di 92 morti/1.000 nascite. La speranza di vita alla nascita è di 66,7 anni. Solo il 15% della popolazione ha accesso ai servizi sanitari e il 46% della popolazione ha accesso ad acqua potabile. Il Madagascar è anche un incredibile paradiso della biodiversità: ospita il 5% delle specie animali e vegetali del mondo, l’80% delle quali sono endemiche, ossia si trovano solo ed esclusivamente su quest’isola. Le formazioni forestali occupano una superficie totale di 13.260.000 Ha, corrispondenti al 22,6% del territorio nazionale, delle quali l’1,7 % sono aree protette. Ad Est si estende una foresta tropicale umida caratterizzata dalla presenza di piogge per circa 9-11 mesi all’anno. Ad Ovest la foresta è invece definita tropicale secca in quanto i mesi di pioggia sono in media 2-3 all’anno. A Sud Est la foresta lascia spazio a una macchia spinosa e al deserto, mentre sull’altipiano centrale si estendono steppe e praterie fortemente soggette a erosione, vastissime aree di foresta a cui però qualcuno guarda come una risorsa da sfruttare senza pietà.

La Sherritt International Corporation è una compagnia mineraria canadese, che prevede lo sradicamento di 1.700 ettari di foresta per la costruzione di una delle più grandi miniere di cobalto e nichel del pianeta, e sarà attiva dal 2013 per 27 anni. La Daewoo Logistic è un colosso coreano che vuole dare il via a un’operazione ancora più grande: prendere in concessione la metà delle terre coltivabili del Madagascar per coltivare mais e palma da olio per biocarburanti. Il tutto gratis. In cambio la Daewoo si impegna ad assumere i malgasci come contadini.

Le emergenze continue sono rappresentate dalle crisi climatiche e dall’instabilità politica. Nel 2008 e 2011 due cicloni hanno devastato il Paese rendendo necessari ulteriori aiuti umanitari e opere di ricostruzione, e nel marzo 2009 la crisi politica è sfociata nel colpo di stato che ha portato alla caduta del vecchio presidente Mark Ravalomanana e la salita al potere, alla testa del Governo di Transizione, del giovane Andry Rajoelina. Il 23 ottobre 2013, dopo 5 anni dal colpo di stato, si sono tenute le elezioni presidenziali: 33 candidati, i cui primi due arrivati sono i rappresentanti del vecchio presidente Ravalomanana e del Capo della Transizione Rajoelina. Il 19 dicembre ci sarà il secondo turno per il ballottaggio.

L’evento di maggior rilievo che riguarda la politica di gestione forestale risale al settembre del 2003 quando a Durban, in Sud Africa, il vecchio presidente Mark Ravalomanana, ha lanciato la sfida di portare la superficie delle aree protette da 1,7 milioni di ettari a 6 milioni di ettari nei successivi 5 anni, attraverso la creazione di un Sistema di Aree Protette del Madagascar (SAPM) e di nuovi parchi nazionali, coinvolgendo e responsabilizzando la popolazione locale nella gestione delle risorse naturali. Questa nuova strategia politica prende il nome di Trasferta di Gestione alle Comunità Locali (TdG). Tale politica forestale però non ha ancora dato i suoi frutti. I problemi che si nascondono dietro le TdG sono molteplici e la fanno per il momento risultare inefficiente per una buona gestione. L’insufficiente formazione per il trasferimento delle competenze e la mancanza di fondi per sostenere le Comunità di base sono tra i problemi principali. Inoltre, i disordini politici del 2009 e l’atmosfera d’instabilità politica che ne è derivata hanno indebolito ancor più un’autorità statale già inefficace in termini di applicazione della legislazione forestale e delle riforme legate a questo settore. Ne è risultata un’anarchia generale e un accesso incontrollato alle risorse naturali tra cui un’utilizzazione incontrollata della tecnica del taglia e brucia (tavy) e il prelievo illegale dei legni pregiati in tutte le foreste naturali del Paese.

Su tutti, il più eclatante è il traffico illegale del “bois de rose”, la cui utilizzazione ha visto un’esplosione nel 2009. I parchi nazionali della zona Nord Est del Paese (Marojejy, Masoala e la Riserva della Biosfera di Mananara) hanno constatato un accrescimento drammatico del numero di bracconieri e boscaioli entrati illegalmente per abbattere delle piante. All’incirca sono stati abbattuti 100.000 piedi di bois de rose (Dalbergia spp.) e di ebano (Diospyros spp.), di cui più di 60.000 piedi situati all’interno di aree protette, e stoccati su 1.187 container a destinazione quasi esclusivamente cinese, per un prezzo di vendita di 220 milioni di dollari. Dei 23 trafficanti, 13 sono stati deferiti davanti a un tribunale per delitti forestali e solo 2 sono stati condannati: nessun tronco esportato nel 2009 aveva la taglia minima richiesta dalla legge. Dal 17 marzo 2009 sono stati sospesi tutti gli aiuti e finanziamenti per lo sviluppo della politica ambientale del Madagascar e l’impatto sull’ambiente forestale è disastroso, si va da un impoverimento generalizzato della biodiversità fino ad arrivare alla scomparsa semplice e pura della foresta. Tutto questo dimostra che la classe dirigente non ha avuto come obiettivo sviluppare il Paese, ma accaparrarsi il potere e conservarlo favorendo le relazioni interpersonali e i giochi di clientelismo. La campagna di taglio del 2009 consacra il fallimento della “Visione Durban”, così come della volontà di tutelare al meglio le foreste protette.

Il caso della Foresta di Vohidahy
Il Comune di Vohidahy si trova nel Centro Est del Madagascar a 45 km da Ambositra. E’ raggiungibile in moto, ma non in macchina, e in questo ultimo caso si devono percorrere gli ultimi 20 chilometri a piedi per accedervi. Vohidahy è una valle circondata completamente da montagne su cui si estende la foresta, ed è completamente antropizzata dall’agricoltura e dalle altre attività umane. Circa 7.000 sono gli abitanti distribuiti in 8 villaggi e nei tanti piccoli gruppi di case isolati sparsi sui versanti delle montagne. Villaggetti caratteristici con case in legno e tetto in paglia, cascate, corsi d’acqua, piscine naturali fanno di Vohidahy una valle ecologica ancora poco esplorata e conosciuta dai turisti, un comune di 30 mila ettari di cui 16 mila sono occupati da una foresta che rappresenta un corridoio strategico di collegamento tra il Parco adiacente a Nord di Fandrina-Marolambo e il Parco Nazionale di Ranomafana a Sud.

Si distinguono due tipi di formazioni forestali: la Foresta “scremata”, considerata come intatta o primaria, che presenta segni di utilizzazione ed è una formazione costituita da tre strati ben distinti (superiore, medio e sotto-bosco), la cui rinnovazione naturale è estremamente ricca. La Foresta “degradata”, invece, ha subito in passato una o più utilizzazioni di diversa intensità, ed è costituita da tre strati distinti, di cui quello superiore è mal formato. La gestione forestale a Vohidahy è stata trasferita nel 2004 al VOI Taratra che gestisce 5.315 ettari a Ovest del fiume Mananjary, e nel 2006 è stata trasferita al VOI Ezaka che gestisce 8.000 ettari di foresta ad Est e a Nord del fiume Mananjary. I VOI sono autorità riconosciute dallo Stato a cui l’amministrazione forestale ha conferito la Trasferta di Gestione delle foreste a loro adiacenti. Sono entità rappresentate da membri eletti dalla comunità il cui operato è completamente gratuito.

Qual è il ruolo delle Comunità Locali, o VOI, nella gestione forestale? Innanzitutto devono controllare che la gente non tagli o non bruci la foresta naturale, secondo una pratica tradizionale considerata illegale dalla legge malgascia. In secondo luogo devono proteggere la biodiversità della foresta, dalle piante al legno pregiato, ai lemuri, agli altri piccoli mammiferi minacciati dalla caccia. I membri del VOI hanno il compito di gestire il territorio che è suddiviso in zone di diritto d’uso, in zone di conservazione e in zone di restaurazione, e hanno l’autorità di conferire o meno i permessi per i prelievi di legno in foresta oppure per tagliare e bruciare una parcella di coltura. Tutte le persone maggiorenni della Comunità possono diventare associati del VOI. Non è un obbligo, ma chi non è membro paga solitamente il doppio rispetto a chi è membro per utilizzare i prodotti forestali. Il VOI opera in stretta collaborazione con l’amministrazione comunale e l’amministrazione forestale.

Il progetto di TsiryParma in appoggio alle comunità locali
TsiryParmah è un’associazione di volontariato che opera per la tutela delle foreste in Madagascar. L’associazione, perseguendo esclusivamente finalità di solidarietà sociale, si prefigge di contribuire alla tutela ambientale promuovendo azioni a suo favore e una cultura di sviluppo sostenibile e duraturo sia in Italia che in Madagascar. Il progetto si occupa di appoggiare le Comunità Locali (VOI) nella gestione forestale e in attività agricole generatrici di reddito. L’equipe di lavoro in Madagascar è composta, oltre che da Nicola Gandolfi, da altri tre tecnici malgasci retribuiti dal progetto, il quale si attua su quattro campi d’azione.

“Innanzitutto è stato indispensabile conoscere l’ambiente forestale attraverso inventari forestali e studi di ricerca. Questo ci ha permesso” – racconta Nicola Gandolfi – “di descrivere le formazioni forestali e realizzare la parcellizzazione forestale in base alla classificazione di ogni singola parcella. Il secondo settore d’intervento, ed è forse il più importante, riguarda la formazione a livello sia di popolazione adulta che a livello scolastico. Questo implica visitare ogni singolo villaggio e ogni singolo agglomerato per informare l’intera popolazione sulle regole che riguardano il VOI e la legislazione forestale. La moltiplicazione di piantine in vivaio, i rimboschimenti e gli arricchimenti forestali rappresentano il terzo settore d’intervento per favorire la restaurazione dell’ambiente forestale degradato e del territorio. Infine le attività agricole generatrici di reddito e le azioni sociali, sono uno strumento per favorire lo sviluppo della zona e soprattutto per diminuire le pressioni della gente sull’ambiente forestale. A riguardo nel 2013 sono state costruite tre dighette per favorire l’irrigazione di nuovi terrazzamenti e tre scuole per portare l’istruzione, in zone ai bordi della foresta, dove prima non c’era”.

Genesi del progetto
“Nel 2005, al terzo anno di Scienze forestali” – racconta sempre Nicola Gandolfi – “ho organizzato la prima missione verso Vohidahy accompagnato dagli artigiani zafimaniry. La prima impressione quando sbocchi su uno dei versanti che danno sulla valle di Vohidahy è quella di essere ‘sbarcato’ in un luogo incontaminato, una valle in cui macchine e altri mezzi di comunicazione non sono ancora arrivati! Un’oasi che gli abitanti della valle definiscono la ‘cuvetta’ intendendola come luogo difficile da raggiungere ma anche da lasciare quando ci si finisce dentro”. Nel 2006/2007 è stata realizzata, dallo stesso Nicola, una ricerca sull’ecologia del palissandro (Dalbergia monticola) sempre supportato dall’ONG RTM, e contemporaneamente sono stati installati i primi vivai in appoggio ai villaggi locali per la moltiplicazione di specie autoctone di foresta. L’accesso dell’ONG RTM a ulteriori finanziamenti (Conservazione Internazionale del Madagascar prima e poi del MAAE italiano) ha permesso di ingrandire e rafforzare l’intervento a Vohidahy e di sviluppare al meglio le attività di sensibilizzazione, rimboschimenti e generatrici di reddito, in appoggio alle comunità locali responsabili della gestione forestale. A dicembre del 2012 il finanziamento MAAE è terminato e il progetto di Vohidahy era destinato ad arrestarsi, ma la nuova collaborazione tra l’ONG RTM e l’ONLUS Tsiry Parma ha dato la possibilità al progetto di sopravvivere per un anno ulteriore da luglio 2012 a giugno 2013. A partire dal mese di luglio 2013 il progetto di Vohidahy è passato interamente nelle mani di TsiryParma che al momento è il solo organismo che lo sostiene attraverso iniziative in Italia per la raccolta dei finanziamenti.

Per contribuire al progetto e per maggiori informazioni: www.forumsolidarieta.it/vetrina_natale_2013/vetrina_natale_tsiry.aspx

6 dicembre 2013

La visita al carcere di Ihosy, luglio 2014

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Durante il viaggio del luglio scorso abbiamo visitato come di consueto i carcerati di Ihosy, portando loro riso, carne, capi di vestiario e stuoie nuove da stendere a terra per dormire.

Per prima cosa abbiamo incontrato il direttore del penitenziario che ci ha informato che al momento nel carcere c’erano 260 detenuti tra cui 8 donne e 8 minori, la gran parte dei quali in attesa del processo. Ad esempio, delle 8 donne solo una era stata già processata e stava scontando la pena.

 Lo Stato provvede solo al cibo, esclusivamente manioca, quindi il direttore ci ha preparato l’elenco delle cose necessarie: rubinetti nuovi, perchè quelli attuali sono rotti, non si chiudono e l’acqua scorre di continuo; insetticida per disinfettare le camerate che sono invase da cimici, pidocchi, zecche e altri insetti. Prima di dsc_0883.jpg - 3.81 Mbentrare nel cortile siamo passati all’infermeria, dove ci hanno raccontato che l’ultima fornitura di medicinali era stata consegnata il 13 dicembre e che la necessità principale era quella di disinfettanti intestinali anti dissenterici. Così abbiamo raccolto tutti i medicinali del tipo richiesto che avevamo con noi e glie li abbiamo consegnati.

I carcerati ci aspettavamo seduti nel cortile. Padre Giangi li ha rincuorati, abbiamo pregato e cantato.  Mentre consegnavamo un pallone nuovo, Padre Giangi ha chiesto loro se avevano seguitoi mondiali: non abbiamo nemmeno una radio! è stata la risposta.Anche stavolta, come l’anno scorso, hanno domandato del sapone per lavarsi e per fare il bucato.Un ragazzo che suona la chitarra ci ha dsc_0901.jpg - 84.00 Kbchiesto corde nuove per sostituire quelle spezzate.

Prima di distribuire quanto avevamo portato loro, ci hanno mostrato i brandelli di stuoie che avevamo portato lo scorso anno, lacere per la consunzione, e gli insetti che abitano sulle pareti delle camerate e la notte cadono dal soffitto sulle loro teste mentre dormono.dsc_0904.jpg - 75.44 Kb

Si sono poi messi in fila per ricevere una maglia o la camicia o il paio di jeans nuovi,  e il riso, che ognuno cucina per sè. La carne viene invece cucinata in comune ma alle donne, che hanno una cucina a parte dsc_0922.jpg - 89.64 Kbnella sezione loro riservata, ne è stata consegnata una parte.

I detenuti ci hanno poi fatto vedere come dormono, ammassati nei cameroni, uno vicino all’altro, senza la possibilità di muoversi. Per questo durante la notte il capo camerata ogni paio di ore batte le mani e tutti insieme si girano dall’altro lato.

Le camerate vengono chiuse tutti i giorni alle 17.30, al calare della sera, e vengono riaperte al mattino alle 7.30.

dsc_0953.jpg - 85.93 KbAbbiamo poi visitato la zona dsc_0950.jpg - 89.82 Kbcucina dove, nelle grosse pentole, stava cuocendo la manioca per il pranzo e per la cena, e abbiamo verificato lo stato dei rubinetti dei quali ci era stata chiesta la sostituzione.

Ci siamo congedati con la promessa di ripassare prima della partenza con quanto ci avevano chiesto e che potevamo trovare qui a Ihosy. Delle altre cose prendiamo nota per portarle dall’Italia, alla prossima occasione. 

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