Diario di Fabio, viaggio di marzo 2014

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  Madagascar

1 marzo 2014 – 16 Marzo 2014

Cari amici di UnicoSole-onlus,  dopo qualche giorno riadattamento alla realtà italiana, provo a redigere un breve racconto di questa mia ottava esperienza in Madagascar.

Sabato 1 marzo dopo lunghe attese e preparativi ha inizio questo viaggio, improntato come sempre alla condivisione ed al reciproco scambio di idee, speranze, vita, affetti, capacità umane e lavorative.

Partiamo sabato 1 marzo da Milano Linate alla volta di Antananarivo con Enrico, Mirco ed Antonio carichi di bagagli, aspettative e voglia di mettersi in gioco.

A parte Antonio siamo tutti reduci da altre esperienze in terra malgascia, sappiamo cosa ci attende, sappiamo cosa vorremmo fare, abbiamo salde certezze che sicuramente verranno sgretolate dal primo sorriso di un bimbo incontrato sulla nostra via, dal primo incontro con un padre che ci racconterà le difficoltà del quotidiano o dal primo abbraccio con gli amici che ci attendono per condividere idee e progetti.

Il viaggio è lungo ma tranquillo, in tarda serata tocchiamo il suolo malgascio, ci attende la solita coda alla dogana. Moramora moramora (piano piano) le formalità vengono espletate, recuperiamo i bagagli questa volta più preziosi che mai, contengono i materiali, il più prezioso dei quali una pompa per l’acqua, necessari per lo svolgimento dei lavori che ci attendono. Spiego al controllo bagagli che servono per un’associazione e ci lascia passare senza nemmeno togliere le valigie dal carrello, ci chiede una mancia ma facciamo finta di non capire, deve accontentarsi di un paio di penne.

All’uscita ci attende Haja, il mio Amico Haja, sono abbracci, sorrisi e scherzi, sembra che il tempo si sia fermato, che manchi dal Madagascar non da tre anni ma da un paio di giorni. Ci accompagna all’hotel che si trova nelle vicinanze dell’aeroporto, non proprio silenziosamente scarichiamo i bagagli (ho sentito lamentele in quasi tutte le lingue del mondo), ci impadroniamo delle camere e si dorme con l’aspettativa di quella che sarà la nostra prima vera giornata in Madagascar.

Domenica 2 marzo.

Sveglia presto come sempre in Madagascar ( non lo ripeterò più, sappiate che quando parlo di sveglia non è MAI dopo le 6am)  colazione  e via. Recuperiamo per strada Michele, il presidente dell’associazione Rainay, ci attende una piacevolissima incombenza, la messa nella comunità Akamasoa di Padre Pedro.

E’ una celebrazione con una partecipazione straordinaria di persone, ricchissima di suoni, canti, gioia e voglia di condividere la fede, nulla di più distante dai nostri cupi e tristi riti. Le due ore e mezza di funzione volano. Al termine durante i saluti che Padre Pedro rivolge alle personalità presenti tra le quali un alto funzionario della comunità europea, Padre PedroP dice che noi ci chiamiamo UnicoSole e 

un loro quartiere si chiama Primo Sole per cui non possiamo che essere amici fraterni. Mi chiede inoltre informazioni a proposito di Giangi.

Dopo i saluti con le molte persone che vogliono stringerci la mano o anche solo scambiare con noi un sorriso, ci attende in primo pranzo Malgascio. Con noi un gruppo di amici tra i quali Nirina e Fanja che rivedo e riabbraccio con enorme piacere. Ordiniamo Zebù e pomme fritte, pietanza che per noi europei è quella che più si avvicina ai nostri gusti.

Nel pomeriggio raggiungiamo la diga dove negozietti vendono prodotti di artigianato che acquistiamo sia per noi che per l’associazione, devo ammettere che mi diverto a trattare i prezzi. Loro sparano molto alto e io molto basso e dopo un teatrino fatto di smorfie troviamo l’accordo che soddisfa entrambi.

Noto che non c’è moltissima offerta e varietà di prodotti anche perché non ci sono turisti, ok è bassa stagione, ma l’instabilità politica a mio avviso tiene lontano molte persone. Spero che l’afflusso turistico torni quello degli scorsi anni, è forse l’unica fonte di denaro forte proveniente dall’estero e se viene a mancare pure quello…

Torniamo all’ hotel e una cena conclude la nostra giornata. Andiamo a dormire soddisfatti di quello che in una sola giornata siamo riusciti a fare.

Lunedì 3 marzo.

Questa nostra giornata che culminerà con l’arrivo del 5 elemento del gruppo Angelo, si dipana nel centro di Tana dove abbiamo alcune incombenze tra le quali il cambio del denaro e l’acquisto di uno stabilizzatore di Tensione. A Ihosy dove svolgeremo i nostri lavori ci sono problemi di energia elettrica , ci sono frequenti interruzioni di corrente e quando c’è la qualità è pessima causa un eccessiva caduta di tensione, un buon stabilizzatore è indispensabile al funzionamento della pompa per il bacino dell’acqua.

Al pomeriggio facciamo i turisti e visitiamo la ristrutturata residenza della Regina , danneggiata anni fa da un incendio e riaperta dopo molti anni di lavori.

Ceniamo e ci dirigiamo all’aeroporto per una degna accoglienza ad Angelo. Tonga Soa Monpera… alla vista del cartello di benvenuto vedo per la prima volta in vita mia Angelo arrossire, incredibile!

Anche Angelo non ha particolari problemi con i bagagli, via, subito all’hotel che domani ci attende un lungo viaggio.

Martedì 4 marzo

Di buonora si parte, direzione Sud, sulla RN7, la tortuosa strada che taglia il Madagascar da Tana a Tulear. Abbiamo alcuni pezzi di ricambio per automobile da consegnare a Sofia di ReggioTerzoMondo, pezzi introvabili in Madagascar ma necessari alla riparazione di due vetture.

Consegna effettuata con una puntualità degna dei migliori corrieri e siamo di nuovo in strada.

Siamo al termine della stagione delle piogge, quest’anno abbondanti, e quella che viene comunemente definita “l’isola rossa” è un esplosione di colori.

Al rosso dei terreni si mescola l’azzurro di un cielo nitido come poche altre volte, il verde smeraldo delle risaie, il giallo del mais e i mille colori della frutta e delle verdure che in ogni angolo di strada sono esposte per la vendita.

Ci attendono i ragazzi di alcuni progetti sostenuti negli scorsi anni e non volendo prolungare la loro attesa decidiamo di mangiare durante il viaggio senza perdere tempo in ristorantini o altro. Qualche banana, delle mele e degli ananas dalla dolcezza indescrivibile ci fanno capire che non poteva esserci scelta migliore.

Dopo quasi 4 ore di viaggio raggiungiamo la prima tappa di questa giornata, Tsarasoatra, dove visitiamo le 3 aule per il Liceo finanziate ed inaugurate lo scorso anno. Mi colpisce la qualità della struttura e noto la soddisfazione di Michele nel mostrarmi i pregi della costruzione.

La visita è breve, non possiamo trattenerci molto, ci attendono i bimbi della scuola primaria di Maraninony. E’ un accoglienza spettacolare, gioiosa e calorosa, ci riempiono di doni ed di attenzioni, ci ringraziano per la mensa scolastica e ci ragguagliano sui progressi dei bimbi.

Mi aggiro per il villaggio per verificare lo stato di manutenzione dell’acquedotto finanziato negli scorsi anni. E’ tenuto molto bene e sulla via del rientro alla vista di due bimbi che fanno 3 anni in 2 che si dissetano alle fontane da noi finanziate mi commuovo. La soddisfazione è enorme, gli sforzi fatti e le difficoltà incontrate sono ampiamente ripagate anche solo con questa vista. Penso a tutti gli amici di UnicoSole, ai nostri sostenitori, ai miei amici che nonostante non facciano ufficialmente parte di UnicoSole mi sostengono incondizionatamente..sono felice!

Il piacevole incontro segna la fine di questa nostra giornata. Raggiungiamo Ambositra dove ceniamo e passiamo la nottata.

Mercoledi 5 marzo.

Riprendiamo la nostra via, da Ambositra a Fianarantsoa. La strada è un disastro: le due ore e mezza di viaggio degli scorsi anni sono diventate cinque. Sono più i tratti pesantemente rovinati che quelli buoni. Ci interroghiamo senza risposta su come una nazione possa lasciare una delle maggiori vie di comunicazione in queste condizioni, su  come possa spostarsi il popolo e su come sia possibile movimentare merci.

Lungo la via ci fermiamo a Tsarafidy: ci è stato chiesto il finanziamento per la costruzione di tre aule con il metodo tradizionale (mattoni senza cemento e tolle come tetto) per l’ampliamento di una scuola secondaria. Michele mi esprime le sue perplessità su questo tipo di costruzione e viste le aule già costruite mi trova concorde.

Riprendiamo la via per Fianara dove arriviamo verso le tredici. Scarichiamo velocemente, siamo impazienti di rivedere e riabbracciare moltissime persone, Hanitra, Fifalina, Faneva, Feijoro tutti ragazzi dell’associazione Rainay ospitati alla casa accoglienza ed i loro educatori. La gioia sprizza da ogni nostro poro.

Mi sento a casa mia, è casa mia!

Per oggi il tempo è poco ma ci ripromettiamo di rivederci con più calma quando torneremo.

Visitiamo la casa famiglia dell’associazione Miaraka Aminy di Padre Maurice ed il suo centro studi informatico.

Per cena mangiamo con Hanitra Haja e famiglia al completo, Michele e Padre Maurice…Maurice, cambierà mai? Un vulcano di idee che si mescolano e a volte si contrappongono. Riuscirà a ritrovare la sua strada? Il progetto canfora sembra funzionare, speriamo ci sia un mercato.

Giovedì 6 marzo.

Dopo una veloce colazione si riparte direzione Ihosy, tappa centrale di questa nostra esperienza.

Il viaggio è tranquillo ed i panorami fantastici ci lasciano a bocca aperta nonostante siano visti già più volte. Dopo una breve sosta ad Ambalavao ed un picnic lungo la strada raggiungiamo la nostra mèta. Siamo accolti da Renè, JeanPaul, la loro equipe e le loro famiglie.

Scarichiamo attrezzature e materiali tra la curiosità dei nostri amici malgasci. Renè ci mette al corrente sui lavori, potremo iniziare a lavorare al bacino dell’acqua solo da lunedì. Ne prendiamo atto e stendiamo un nuovo programma delle attività.

Ci confrontiamo con i nostri amici per capire le loro esigenze, su come non interferire con i loro lavori e come potere soddisfare le loro richieste tecniche. Con Renè non ci sono barriere linguistiche che tengano, a gesti ma specialmente con il cuore ci intendiamo in un battibaleno.

Chiediamo informazioni sull’andamento dell’allevamento di galline ovaiole e sui risultati. Abbiamo circa 6000 galline che producono poco meno di 4000 uova al giorno. Risultati economici ottimi a cui si aggiunge circa 50 persone tra muratori e allevatori che lavorano da anni a tempo pieno, 50 famiglie che hanno meno problemi nello sbarcare il lunario a cui si aggiunge l’indotto, ad esempio gli agricoltori che con 200 tonnellate di mais necessari hanno una certa fonte di reddito.

Giunge velocemente l’ora che pone fine ad un’altra emozionante giornata.

Venerdì 7 marzo.

Ci rechiamo all’allevamento, ci dividiamo i compiti ed iniziamo i lavori. Siamo aiutati da alcuni ragazzi malgasci alcuni dei quali negli scorsi anni sono stati sostenuti nello studio.

Sono volenterosi, con una grande voglia di imparare e “rubare” il mestiere. Apprendono velocemente anche alcuni nozioni elettriche non semplicissime: lavorare in un clima di serenità e interscambio è un piacere.

Renè ci aveva raccomandato di non fare molto rumore al fine di non disturbare le galline. Hops….raccomandazione inutile.

A pranzo mangiamo con Renè , JeanPaul e le loro famiglie e subito ci rendiamo conto che non è la settimana giusta per iniziare una dieta: condividono con noi cibo che a loro sarebbe bastato una settimana.

Pancia piena chiamerebbe riposo, ma il lavoro ci attende e noi siamo impazienti di ricominciare.

Io ho tre dolcissime guardie del corpo, Aime, Armandine e Suari (giovanissime figlie di Renè e JeanPaul) che mi seguano passo per passo.

Se mi siedo si siedono pure loro, se vado un attimo all’ombra 

inutile dire che vengono pure loro, mi guardano con i loro occhini sorridenti ed io mi sento nudo e disarmato ed infinitamente in debito per tanto gratuito affetto.

Quando si sta bene il tempo vola e velocemente arriva l’ora di porre fine alla giornata lavorativa.

Sabato 8 marzo.

I lavori proseguono nello stesso piacevole clima delle giornate precedenti. La giornata vola e facciamo un punto sulla stato di avanzamento. Sorrisi, serenità e cordialità non hanno inciso sui ritmi e con piacere ci rendiamo conto di essere in anticipo sui tempi previsti.

Dopo pranzo partiamo alla volta di Ranohira, dove passeremo la giornata di domenica. Una bellissima giornata fa da cornice allo spettacolare paesaggio: restiamo incantati! Io non stò benissimo ma un mix di fermenti lattici, tachipirina e la piscina dell’albergo (finalmente un luogo che si adatta alla mia classe!!) sono un toccasana.

Domenica 9 marzo.

Dopo colazione una parte del gruppo resta a godersi un inizio mattinata senza impegni particolari e il resto del gruppo parte alla volta della chiesa di Ranohira dove viene celebrata la Messa.

Canti , balli e gioia non mancano nemmeno questa volta, al termine della funzione  ci viene richiesto un piccolo intervento. Eleggiamo portavoce Angelo che porta i saluti di tutta l’associazione e di Giangi in particolare. Terminata la funzione dobbiamo con piacere stringere centinaia di mani: tutti vogliono salutarci ed alcuni ci chiedono di salutare padre Reviglio, anziano missionario che per oltre 50 anni ha svolto in Madagascar il suo ministero.

Dopo messa decidiamo di visitare uno dei tanti percorsi naturalistici del parco dell’Isalo, per la precisione il percorso delle piscine naturali. Una giornata di passeggiate tra canyon, bellezze naturali, bagni e risate. Relax allo stato puro.

Nel tardo pomeriggio rientriamo a Ihosy dove arriviamo per la cena ed il giorno dopo proseguiremo i lavori.

Lunedì 10 marzo.

Riprendiamo i lavori e come promesso da Renè possiamo iniziare i lavori per l’installazione della pompa al bacino dell’acqua.

Ci dividiamo in 2 gruppi, uno che segue la posa della pompa e l’altro che prosegue i lavori elettrici.

Discutiamo, litighiamo, ridiamo e ci riappacifichiamo con lo stesso ritmo serrato dei lavori. Penso alle raccomandazioni di Renè: con il casino che facciamo ci sarà un tracollo nella produzione delle uova! Invece, grande sorpresa, raggiungiamo la quota 4300 unità.

Tra un interruzione e l’altra nell’erogazione della fornitura dell’energia elettrica, i lavori proseguono grazie al generatore. I ragazzi dell’equipe elettrica sono ormai quasi autonomi, le poche spiegazioni sono state recepite in modo sorprendentemente rapido.

Soddisfazione!

Verso mezzogiorno la pompa è provvisoriamente installata e possiamo verificare i cablaggi elettrici, i collegamenti idraulici ed il funzionamento. FUNZIONA!!! L’acqua sgorga nella quantità prevista e pure la qualità è relativamente buona.

Grandissima soddisfazione!

Nel pomeriggio i lavori proseguono alacremente e la giornata piena di risultati positivi termina rapidamente.

Martedì 11 marzo.

Con il solito clima di serenità proseguono i lavori. E’ ormai chiaro che oggi finiremo questi progetti con una giornata d’anticipo sui tempi previsti e potremo dedicarci all’iniziativa, accessoria ma non meno importante, di macellazione e conservazione di carni suine.

Le interruzioni nella fornitura dell’energia elettrica anche oggi ci ostacolano, ma con l’aiuto del prezioso generatore riusciamo a verificare l’impianto elettrico ed effettuare le tarature dell’impianto di pompaggio acqua.

I nostri macellai sono entrati in azione nel pomeriggio ma purtroppo dietro l’angolo un grave incidente ci attendeva. Antonio con un secchio di acqua calda si procurava un estesa e grave scottatura alla mano sinistra.

Lo spavento è tanto per tutti noi, mentre in un clima irreale Enrico prosegue nella macellazione del maiale, Angelo e Haja accompagnano Antonio ad un dispensario dove gli vengono prestate le prime cure.

Evitare infezioni che potrebbero peggiorare ulteriormente la situazione è la nostra priorità.

Con l’animo colmo di preoccupazione cerchiamo di sollevare il morale di Antonio ma ad esser sinceri è lui con la sua forza d’animo che ci rinfranca.

Mercoledì 12 marzo.

Di primo, mattino mentre Angelo accompagna Antonio al dispensario per la medicazione della ferita, sotto la supervisione di Enrico iniziamo la lavorazione della carne che precede l’insaccamento.

A metà mattinata veniamo raggiunti da Antonio con notizie che ci rincuorano sul suo stato di salute: la scottatura è grave, ma non gravissima come temevamo e il suo morale è buono. A dimostrazione di ciò resta con noi dandoci preziosi consigli e direttive che ci consentono di terminare i lavori di insaccamento per l’ora di pranzo.

Dopo pranzo ci dedichiamo alla rifinitura dei lavori svolti nei giorni scorsi e a preparare i bagagli per la prima tappa del lungo viaggio di rientro.

Giovedì 13 marzo.

Dopo colazione, con Antonio passiamo da Renè per i saluti. Non trovo parole per esprimere il mio ringraziamento e la mia ammirazione per il lavoro svolto da tutta la famiglia. Abbiamo lavorato sotto lo stesso cielo, abbiamo mangiato sotto lo stesso tetto ma ciò che più conta condividiamo le stesse speranze di crescita per questo popolo.

Sono abbracci, sorrisi, pacche sulle spalle che per dimostrare il reciproco affetto sfiorano la violenza. Grazie Renè, grazie JeanPaul , grazie alle miei Guardie del corpo, grazie a tutti…di cuore.

Dopo i saluti, mentre Antonio viene medicato, ne approfittiamo per dare una rapida occhiata al mercato di Ihosy: è la solita esplosione di colori e odori, forse non adatta ai deboli di stomaco ma affascinante.

Riprendiamo la via di Fianarantsoa dove arriviamo nel primo pomeriggio. Approfittiamo del tempo a disposizione per dedicarci a piccoli acquisti o riposare un poco. Nel pomeriggio raggiungiamo la casa famiglia di Rainay per incontrarci con i ragazzi. Hanitra mi chiede di stimolare i ragazzi nello studio: ci provo ed il messaggio viene recepito. Vedremo al termine del prossimo trimestre se viene messo in pratica. Durante la serata Hanitra ci dice che una ragazza necessita di un intervento chirurgico per risolvere un problema alla gola. Ci guardiamo tra compagni di viaggio e con una colletta i 350 € necessari per l’intervento e le prime cure sono nelle mani di Hanitra.

Durante la cena che segue esprimo a Michele alcune mie perplessità:

1)      I ragazzi nuovi non sono già troppo grandi? Noi abbiamo maggiori difficoltà nel chiedere il sostegno allo studio di un ragazzo di 18 anni rispetto a uno di 8.

2)    Alcuni indirizzi scolastici (scienza della comunicazione) non sono fuori luogo?

Michele mi dice che anche loro preferirebbero trovare ragazzi più giovani, ma le famiglie, visto che la quota riso è per loro un grande impegno, preferiscono investire su un ragazzo più grande che chiede l’ultimo sforzo per la riuscita nello studio rispetto ad un bimbo.

Rispetto alla questione scienza della comunicazione la materia ha un indirizzo diverso rispetto all’Italia. La scelta della materia è stata scelta perché ti prepara all’animazione della vita rurale.

Mi chiede se è possibile fare uno sforzo per gli studenti universitari, dico che personalmente sono contrario e punterei maggiormente alla scolarizzazione di base, ma che riferirò le sue richieste al consiglio di UnicoSole.

Venerdì 14 marzo

Dopo la solita e professionale medicazione ad Antonio, questa volta all’ospedale di Padre Zocco, con Angelo ed Enrico partiamo alla volta di Andainjato dove negli scorsi anni abbiamo finanziato un acquedotto poi chiuso causa la cattiva gestione dei fruitori.

Era una vista fuori programma e non annunciata. Abbiamo incrociato il sindaco per strada, diretto a Fianarantsoa per una riunione prefettizia. Ci ha detto di rivolgerci al segretario comunale che ci avrebbe accompagnato sul posto. Giunti al bacino tra l’indifferenza generale, abbiamo finalmente incontrato il responsabile della manutenzione ed un gruppo di anziani. La più intraprendente, una signora mingherlina, ci ha spiegato che i fruitori dovranno versare l’equivalente di 7 kg di riso per maggiorenne la cui vendita verrà dedicata al ripristino della struttura. Al manutentore che ci segnala alcuni problemi ho risposto che come associazione non intendiamo investire un solo ariary per il ripristino. Ho pure detto che il comune negli scorsi anni ci aveva richiesto il finanziamento per la costruzione di un edificio scolastico, ma la richiesta non verrà presa in considerazione se non dopo una completa riattivazione e corretta gestione dell’acquedotto. Siamo stati rassicurati sulla rapida sistemazione dei problemi.

Sulla via del rientro siamo passati a visitare la seconda casa di Maurice, quella che affitta agli studenti universitari. Ci ha fatto vedere le scarne stanze tra le nostre perplessità rispetto alla fruibilità della struttura

Rientrati a Fianarantsoa dopo pranzo abbiamo salutato non senza commozione Hanitra e i suoi tre figli ed abbiamo ripreso il nostro viaggio di riavvicinamento a Tana. Dopo il solito viaggio nel tratto di strada più dissestata, abbiamo passato la nottato ad Ambositra.

Sabato 15 marzo. Ultimo giorno in Madagascar

Questa ultima giornata si snoda con un ritmo sonnacchioso da ultimo giorno di scuola. Non succede molto se non gli ultimi saluti a Michele e Haja, ma questa calma mi aiuta a ricapitolare idee e sensazioni. Penso a ciò che resta in me dopo quest’esperienza, i volti, gli occhi, i sorrisi delle persone che si sono avvicinate a noi, persone con cui ho condiviso conoscenze, amore e vita ma anche persone che volevano venderci qualcosa o persone che si avvicinavano a noi semplicemente per farci sapere che esistono.

Torno a casa più ricco: quello che riesco a fare per loro è sempre poco rispetto a quello che ricevo.

Mi mancheranno i paesaggi infiniti, le notti stellate, i mille sapori e gli odori forti, ma cio che più mi mancherà saranno loro, i miei amati amici malgasci che continuano ad accompagnarmi anche nei miei percorsi in Italia.

Tra i mille interrogativi che in questo momento mi pongo una certezza c’è: non è un addio, quando ci rincontreremo non lo so, ma ci rincontreremo.

Misaotra!! veluma!!

Fabio

Ps. Mi scuso per gli errori che sicuramente costelleranno queste pagine

 

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